I vini del Mugello sono una scoperta degli ultimi anni. E in breve tempo hanno raggiunto livelli notevoli di qualità, ed anche riconoscimenti in guide enologiche e in premi specializzati. Con aree destinate alla viticoltura sempre più estese, ed anche in posti impensati, dalle pianure finora occupate dalle coltivazioni del mais fino alla montagna dell’Alto Mugello. E con vini – pur con produzioni molto limitate -, sempre più apprezzati. Ora al ‘palmares’ dei vini mugellani si aggiunge un altro premio di prestigio, il "Top Hundred 2023 "storici – i migliori vini d’Italia -, conferito in occasione della manifestazione milanese "Golosaria", tenutasi di recente. Tra i premiati c’è un vino prodotto in Mugello, uno Chardonnay frutto delle viti coltivate nella tenuta di Cafaggiolo. Si tratta delle vigne un tempo del Podere Fortuna, ora acquisite da Alfredo Lowenstein, proprietario di Cafaggiolo. E se il pinot nero Fortuni, prodotto nelle terre di San Piero a Sieve in quel podere, aveva già ottenuto riconoscimenti internazionali, questa è la prima volta per uno chardonnay mugellano, ed è la prima volta per l’azienda vitivinicola di Lowenstein che sta lavorando a un complessivo rebranding che cambierà nome, immagine ed etichette, tutte dedicate alla villa di Cafaggiolo e alla storia dei Medici, a cominciare dalle denominazioni dei singoli vini. Così il vino ora vincitore alla manifestazione di Milano porta il nome "Elettrice", in riferimento all’ultima dei Medici, l’Elettrice Palatina. E lo stesso sarà per tutti gli altri vini della cantina di Lowenstein. Che conta 14 ettari di vigne. Un’iniziativa, quella del vino a Cafaggiolo, che si lega strettamente ai progetti di utilizzo della grande area intorno alla villa medicea mugellana.
Paolo Guidotti