«Il nostro incubo con le lucciole davanti casa»

Rivolta in viale Guidoni: «Traffico di clienti fino all’alba, non chiudiamo occhio». Nei dintorni preservativi, fazzoletti e perfino un materasso

Il cronista nel prato dove si appartano prostitute e clienti

Il cronista nel prato dove si appartano prostitute e clienti

Firenze, 27 gennaio 2021 -  La prostituzione a cielo aperto a due passi dal Palazzo di Giustizia. Il mestiere più antico del mondo non conosce crisi. Nemmeno la peggiore pandemia dai tempi della Spagnola sembra infatti rallentare uno dei mercati più floridi. Da almeno sei anni, ogni sera, dalle 22 fino alle 3 del mattino, ci sono almeno quattro giovani ragazze sul viale Guidoni, a due passi dal tribunale, proprio di fronte a quelle case popolari di legno inaugurate nel 2013 dall’allora sindaco Matteo Renzi.  Aspettano i clienti, ad un passo dalle terrazze di chi abita al primo piano rialzato. Ma soprattutto vanno a praticare sesso nel giardino posto proprio alle spalle degli alloggi. «Si tratta di una situazione assurda, che va avanti da anni e che non conosce sosta. – sostiene Antonella Caliò – Ci sono vari aspetti che ci disturbano. Prima tra tutti la presenza stessa delle prostitute. Non è un bel vedere per chi ha figli piccoli, ma onestamente nemmeno per chi, come me, non è più giovanissima. Inoltre c’è sempre confusione, fino all’alba. Ci sono sere in cui si fa fatica a prendere sonno. Infine c’è anche una questione legata alla sicurezza. Non si tratta di un lavoro normale, e quindi il rischio che intorno a queste ragazze ci siano delinquenti è elevato. Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni».  Non serve Sherlok Holmes per appurare come le denunce dei residenti corrispondano alla pura verità. Nel giardino c’è infatti una rete che, chissà da quanto tempo, è stata accuratamente tagliata. Senza dover fare grandi sforzi di agilità si entra in un anfratto dove si trova davvero di tutto. Sono almeno quindici i preservativi contati ieri mattina. Trenta i fazzoletti usati. Segni inequivocabili, che testimoniano meglio di mille parole come quell’angolo di città sia stato, anche ieri notte, teatro di numerosi rapporti sessuali.  Ma basta guardare con maggiore attenzione per scorgere persino un materasso singolo, pieno di macchie, appoggiato per terra. «Ultimamente, forse anche per il coprifuoco, passano spesso i carabinieri che obbligano le prostitute a spostarsi – racconta Massimo Daniel – In realtà percorrono pochi metri, e si fermano nella strada parallela, in via Accademia del Cimento. Per noi residenti è una vittoria a metà. Siamo contenti perché finalmente la smettono di sostare di fronte ai nostri appartamenti. Ma, al tempo stesso, non lo siamo affatto perché vanno comunque a consumare nel giardino alle nostre spalle. C’è sempre sporcizia, anche di mattina».

Le quattro ragazze sul marciapiede di Novoli sono tutte dell’Est Europa. Giovani, massimo 25 anni, vestite il minimo indispensabile nonostante il freddo e la pioggia. Talvolta al gruppetto si uniscono anche due transessuali brasiliani trentenni. «Non ne possiamo più, vogliamo che questa indecente situazione si risolva, una volta per tutte. – afferma Victoria Marginian – Ricordo una sera, prima della pandemia, tornai a casa dopo essere stata al ristorante con delle amiche. Saranno state massimo le 23. Di fronte al portone di ingresso del nostro condominio trovai una signorina in ginocchio e un uomo, di mezza età, completamente nudo. Mi misi ad urlare ed entrambi se ne andarono. Una scena alla quale nessuna donna vorrebbe assistere. Non ci sentiamo al sicuro, servono più controlli. Anche noi siamo cittadini di Firenze e vogliamo vivere in condizioni dignitose». 

 

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