
I residenti di via Perosi protestano. "Non possiamo pagare debiti non nostri"
Firenze, 4 novembre 2021 - Cosa direste se vi chiedessero di sborsare fino a 7mila euro per debiti non vostri? È l’incubo che stanno vivendo 53 condomini di via Perosi. La loro colpa? Nel loro palazzo c’era un albergo, fallito dieci anni fa. E adesso ai residenti viene richiesto di ‘anticipare’ la somma di 150mila euro (pari al debito accumulato dall’albergo nei confronti del condominio), pena la sospensione dell'erogazione del metano, e quindi dell’acqua calda e del riscaldamento, a tutte le 180 famiglie che compongono il supercondominio di via don Lorenzo Perosi, una strada privata all’inizio di via Baracca.
Ma andiamo per ordine per comprendere l’intricata vicenda: “Qui ci sono sette palazzine amministrate singolarmente, a cui però si aggiunge un’amministrazione unica per quanto riguarda la fornitura di metano”, spiega Laura Livi, mostrando il foglio in cui si legge che “da oggi la Fiorentina Oil sospenderà la fornitura perché non ha ricevuto i pagamenti che le spettano”, che nel frattempo sono saliti alla cifra mostruosa di oltre 430mila euro. Già, perchè al debito dell’albergo fallito vanno aggiunti i debiti delle famiglie rimaste indietro coi pagamenti. “Adesso l’albergo è stato venduto - fanno sapere i residenti -. Ma noi ci portiamo dietro quel debito, derivante dai consumi di riscaldamento. Purtroppo, tutto il supercondominio dal punto di vista energetico rappresenta un blocco unico. E quindi dopo il fallimento dell’albergo il riscaldamento ha continuato a funzionare”.
Le altre palazzine del complesso hanno poi fatto causa ai civici 31 e 38, “dove si trovava la struttura ricettiva”, affinché solo queste due palazzine si accollassero i debiti. “E il giudice ha dato ragione, incredibilmente - non si capacitano i condomini -. Sarebbe stato ragionevole suddividere il debito tra tutti e 180. Invece, in pochi dovremo affrontare questa ingente spesa”. Tradotto in cifre, si va dai 2mila ai 7mila euro a famiglia. “Una cifra enorme, soprattutto in un momento come questo”, accusano i condomini. Per ora il riscaldamento e l’acqua calda ci sono, ma “non possiamo vivere con questa spada di Damocle sul collo”. “Già un anno fa abbiamo rischiato di rimanere senza acqua”.
“Nel 2012 Toscana Alberghi ha dichiarato fallimento e, dopo aver perso la causa, gli amministratori delle due palazzine hanno preferito non procedere in appello perchè le somme ricavate dal fallimento avrebbero dovuto coprire i debiti - continuano i cittadini -. L’albergo è venduto ma il bonifico del fallimento non è ancora arrivato nelle casse del condominio per un'impugnativa di Monte dei Paschi di Siena, che rallenta il pagamento ormai deliberato”. Ecco che agli abitanti viene chiesto di “anticipare” la somma. “Ma per noi è troppo alta. E' un’ingiustizia”, protestano.
“I condomini hanno tutta la mia solidarietà - dice il geometra Aurelio Fracasso, che amministra i due numeri civici -. Dispiace che non ci sia stata alcuna solidarietà tra vicini e che 130 famiglie abbiano lasciato una minoranza col cerino in mano. Pensare che la situazione anni fa pareva risolversi. Ma poi son state rimescolate le carte. Ci tengo a dire che io non ho alcuna voce in capitolo nel supercondominio. Il curatore ha sì incassato la somma derivante dalla vendita, ma poi il Monte dei Paschi ha fatto ricorso. Insomma, una situazione molto complessa. La soluzione più semplice sarebbe stata quella di far anticipare una parte della somma a tutte le 180 famiglie ma, ahinoi, non c’è stato alcuno spirito solidale”.
"Non è vero che le altre palazzine hanno fatto causa ai civici 31 e 38 - la replica, piccata, che arriva dallo studio Baragli, che amministra il supercondominio - Da sempre la suddivisione è stata per palazzine e proprio il geometra Fracasso propose un cambiamento, poi bocciato dalle sentenze, esponendo il condominio a spese legali e portandolo alla situazione debitoria di oggi. C’è anche stata una rata di solidarietà di 60mila euro e, poi, ci si scorda di dire che il nostro studio ha adottato una politica di tolleranza zero nei confronti dei “morosi cronici””. “Come mai - è la domanda che pone Michele Baragli, - si è atteso che molte famiglie accumulassero, del tutto impunite, debiti per migliaia e migliaia di euro? Che fine ha fatto quell’obbligo che ha ed aveva ben prima del nostro arrivo l’amministratore (proprio per evitare situazioni come quella odierna) di attivarsi per la riscossione delle quote? Per quanto riguarda poi il fallimento dell’albergo, la situazione è nota da almeno otto anni, nel corso dei quali potevano essere messe in atto più e più iniziative per evitare di arrivare a chiedere, oggi, 150mila euro ad un gruppo ristretto di famiglie”.
Ma la buona notizia c’è. Al momento il supercondominio ha ottenuto lo slittamento della possibile chiusura del contatore da parte della Fiorentina Oil.