
Vetrine con il segno del lutto. Firenze si ferma per riflettere
Vetrine con un segno di lutto e saracinesche abbassate. Tante attività commerciali di Firenze, ieri, hanno aderito al lutto cittadino, proclamato dal Comune per le vittime del crollo nel cantiere per la costruzione della nuova Esselunga di Novoli. Piccoli gesti per far sentire tutta la vicinanza alle famiglie degli operai che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Nel centro storico, su molte vetrine è stato affisso un cartello con il fiocco nero del lutto accompagnato da poche, ma significative, parole: "Esprimiamo la nostra vicinanza a coloro che sono coinvolti nella tragedia avvenuta nel cantiere in via Mariti. Alle famiglie delle vittime, porgiamo le più sentite condoglianze". Tanti commercianti e ristoratori hanno, poi, raccolto l’invito di Confcommercio a sospendere l’attività per un quarto d’ora (dalle 12 alle 12,15) spegnendo le luci e uscendo dai locali per un momento di raccoglimento e preghiera. Nel salotto buono di Firenze, via Tornabuoni, i commercianti sono usciti in strada radunandosi davanti alle vetrine dei negozi e insieme ai clienti hanno rispettato il lutto.
"Una tragedia che ci ha toccato profondamente come lavoratori nel settore del commercio e quindi al servizio della gente. Abbiamo raccolto un desiderio spontaneo di partecipazione al lutto e la risposta da parte dei colleghi è stata immediata" sono le parole del presidente di Confcommercio Toscana, Aldo Cursano. Indignazione, rabbia e voglia di giustizia sono le richieste che arrivano anche dal monto del commercio. "E’ inaccettabile che nel 2024 si muoia ancora mentre si sta svolgendo il proprio lavoro" le parole di Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana, augurandosi che "le cause di questo gravissimo incidente emergano al più presto". Nella giornata di lutto è stato osservato anche un minuto di silenzio, alle 15, in concomitanza con la cerimonia istituzionale davanti a Palazzo Vecchio. Ma, complice il sabato con temperature quasi primaverili e un centro gremito di turisti, secondo qualche fiorentino, il lutto cittadino non sarebbe stato rispettato. "Intorno alle 15 sono uscito a passeggiare in centro. Tutti i negozi erano aperti e i mercatini antiquari, come quello di piazza Indipendenza, erano pieni di gente, aperti regolarmente come se niente fosse. Voglio esprimere il mio totale disappunto. Mi sarei atteso che i commercianti di Firenze seguissero l’invito del sindaco. E mi chiedo: che cosa è diventata Firenze? Che cosa hanno da dire le associazioni di categoria? Dov’è finita la comunità?" scrive un lettore di nome Francesco.
Barbara Berti