Competenze digitali, manifesto europeo per chi guiderà la Toscana

L’European Skills Agenda, recentemente presentata, dovrebbe stimolare i candidati a ripensare al modello educativo e di formazione professionale per la regione

Firenze, 1° settembre 2020 - Bentrovati in questo spazio di approfondimento sulla rivoluzione digitale. Riprende oggi la rubrica dopo una breve pausa. Come spesso accade, i momenti di stacco servono per recuperare un po' di energie, raccogliere ulteriori idee e suggestioni. In queste tre settimane ho provato ad appassionarmi (senza troppo successo, ammetto) al dibattito pubblico che si sta accendendo intorno al Referendum e alle Elezioni Regionali. In Toscana in modo particolare la contesa è il governo della Regione e la sfida si prospetta serrata. Tuttavia, a 20 giorni dal voto, mancano nella storytelling dei candidati proposte, visioni e idee su come la nostra regione potrà rilanciare la propria economia e far fronte all’emergenza occupazionale, Aspetti fondamentali se si considerano, inoltre, le stime dell’IRPET, secondo cui entro la fine dell’anno vi saranno almeno 100.000 occupati in meno. Il dato diventa ancora più preoccupante se vi si aggiunge il calo di produttività del nostro sistema economico (con previsioni del Pil regionale che parlano di un - 11%) e di un turismo che non darà segnali veri di ripresa fino al primo trimestre del 2021.

In questa rubrica, come sapete, si prova a fotografare l’impatto della tecnologia nella nostra società: si parla di imprese innovative, di piattaforme digitali partecipate, di poli di aggregazione a supporto delle start up. Parallelamente abbiamo iniziato ad analizzare un altro aspetto già illustrato in un precedente articolo: lo sviluppo delle competenze digitali.

A riguardo partiamo da un documento presentato a luglio dall’Unione Europea ma passato inosservato nella comunicazione mediatica: l’European Skills Agenda per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza, che si colloca all’interno del più ampio Next Generation UE, il piano di finanziamenti europei per fronteggiare l’emergenza economica e sociale causata dalla pandemia, che guarda con molta attenzione alle giovani generazioni e che (forse proprio per questo), non ha appeal nel nostro paese, nonostante i moniti e gli avvertimenti diretti pronunciati anche da Mario Draghi. L’Agenda Europea sulle Competenze ci spinge a ripensare il nostro modello educativo e di formazione professionale per renderlo capace di rispondere alle sfide imposte dall’emergenza che stiamo affrontando. Il documento e le azioni progettuali riguardano il miglioramento delle competenze esistenti e la formazione di nuove skills in un'ottica di apprendimento permanente. Viene messa al centro la persona e il suo protagonismo all’interno di una formazione sempre più incentrata sulla digitalizzazione e la sostenibilità ambientale (ormai parole chiave e obiettivi dichiarati nella ricostruzione del tessuto produttivo e lavorativo post Covid).

Mi piacerebbe pensare che una regione che si appresta a cambiare il proprio governo territoriale in questa particolare fase storica, rifletta e discuta su queste tematiche di stretta attualità e sappia immaginare strumenti, proposte e politiche concrete per il futuro del lavoro, per lo sviluppo del nostro sistema produttivo con la consapevolezza che un cambiamento a questo giro è inevitabile. E questo, ahimè, non ha niente a che fare con l’ideologia politica ma solo con il pragmatismo di chi si propone come guida di una comunità.

(Lapo Cecconi è Docente Master Digital Transformation dell'Università di Firenze e fondatore della startup Kinoa)

 

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