FIRENZE
"Vendesi abbigliamento calcio storico fiorentino calciante usato finale anni ’90". L’annuncio è stato inserito su una pagina di scambiovendita su Facebook. Ed in pochi minuti, a suon di indignazione, è arrivato anche sul telefonino di Michele Pierguidi, presidente del Calcio Storico Fiorentino, che si è messo subito in moto. "I costumi sono di proprietà del Comune di Firenze e ci tuteleremo se non lo riconsegna subito".
Dai primi accertamenti ’informali’, pare infatti che l’inserzionista, che ha messo in vendita la livrea dei "Bianchi" a 500 euro, sia stato davvero un calciante.
Resta da capire come possa essere venuto in possesso di giacca e pantaloni. O meglio, come gli siano rimasti in mano, visto che le divise con cui i calcianti scendono nell’arena per la contesa appartengono appunto all’amministrazione comunale e alla fine di ogni torneo vengono restituite ai magazzini.
L’annuncio, comunque, ha fatto arrabbiare fiorentini e tifosi (a cominciare proprio da quelli di Santo Spirito, i primi a condannare l’episodio), che hanno visto in quell’annuncio, oltre al lucro (che potrebbe essere pure dettato da un momento di necessità), una sorta di vilipendio alla città e alla tradizione, che si tramanda per senso di appartenenza e non certo per interesse o per soldi.
D’altronde, anche il Calcio Storico sta pagando a caro prezzo la pandemia. L’edizione del 2020 non si è disputata. Difficilissimo, viste le attuali condizioni dei contagi, che si possa tornare in campo a giugno (per i Colori in questo periodo non è stato possibile allenarsi) ma la manifestazione non è stata dimenticata: oltre alla possibilità di ’recuperare’ non appena il Covid lo permetta - quindi anche in un mese diverso da giugno - i vertici della manifestazione, con Palazzo Vecchio, stanno pensando a un rilancio in grande stile che partirebbe da un torneo in una location d’eccezione, già usata in passato, come piazza della Signoria.
ste.bro.