LISA CIARDI
Cronaca

Vaccino, prime dosi ai nonni fiorentini: «Se non mi fidassi non sarei qui»

Tra emozione e speranza è partita la campagna di massa per gli over 80 Nardella a colloquio con Arcuri: «Priorità anche per gli operatori del turismo»

Caos vaccini

Firenze, 16 febbario 2021 - C’è chi è arrivato a piedi, a braccetto. E chi accompagnato dai figli in macchina. A Firenze, nel laboratorio del dottor Alessio Nastruzzi, che è anche segretario regionale Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, è partita ieri la vaccinazione di massa per gli over 80. Le persone vaccinate qui sono state 6 (quelle che possono e devono ricevere le dosi dopo l’apertura di ogni singola fiala Pfizer), mentre in tutta la Toscana si è arrivati a 84. Numeri bassi, ma che servono per rodare la macchina. In settimana il numero dei dottori inizierà ad aumentare, per poi arrivare fino a 2.600. Ma il nodo vero sono le dosi. «Oggi abbiamo dimostrato che in un’ora si possono vaccinare 6 persone – ha detto Nastruzzi – ma molto dipenderà da quante dosi avremo, ovvero dalle case farmaceutiche». 

Insomma per gli anziani che vogliono vaccinarsi (in tanti stanno già chiamando gli ambulatori) c’è ancora da attendere. Le prime chiamate arriveranno probabilmente la prossima settimana (è il medico a telefonare) e considerando che ogni dottore ha circa cento ultra80enni fra i propri pazienti, servirò tempo per vaccinarli tutti. Quanto? A ora è impossibile dirlo. «Non abbiamo questo dato – ha commentato il presidente della Regione, Eugenio Giani – perché non dipende da noi. Però siamo pronti a somministrare subito tutto quello che arriva. La Toscana è tra le prime Regioni italiane per capacità vaccinale, 8 punti sopra la media nazionale». 

«Se non credessi alla validità del vaccino non sarei qui – spiega Loredana Lazzerini D’Agnello, 83 anni, la prima a ricevere la dose – e ai no vax dico che con il loro ‘no’ non decidono solo per se stessi, ma mettono al rischio altre persone». A seguire la signora Tatiana Sacchi, 84 anni, e il marito Gastone Bani, 90enne. Silvana, 91 anni, arriva accompagnata dalla figlia. Infine un’altra coppia, Fulvio Rovero e la moglie Elena Rossi, ex architetto lui e professoressa in pensione lei. Hanno optato per la somministrazione in auto. «Abbiamo scelto questa modalità – spiega il figlio Francesco –per farli affaticare meno e ringraziamo il dottore per averla organizzata». Anche per loro, come per tutti gli altri vaccinati, 20 minuti d’attesa dopo la somministrazione della dose. Poi tutti a casa, chi in auto e chi passeggiando. In attesa del richiamo, previsto per l’8 marzo.

E intanto sul fronte vaccini è attivo a tutto campo anche il sindaco Dario Nardella che ieri in un tweet ha snocciolato numeri precisi di cui ha parlato con il commissario Domenico Arcuri assieme agli altri sindaci metropolitani. «Obiettivo 1.800 punti di vaccinazione entro marzo e 52 milioni dosi da somministrare entro giugno» ha scritto Nardella che ha invocato tra le altre cose «priorità anche agli operatori del turismo». «Con Arcuri abbiamo parlato anche delle famose ‘Primulè (padiglioni informativi ndr), cioè della possibilità di installare queste strutture in alcune piazze delle più grandi città. Sul luogo a Firenze credo che sia una decisione da prendere insieme ad Arcuri, Regione e Asl, sarebbe bello avere la struttura in una piazza simbolica». Avanti tutta intanto con gli steward alle fermate cruciali dei bus. La Città metropolitana ha deciso di proseguire fino al 6 marzo. Ad annunciarlo è Francesco Casini, delegato ai trasporti pubblici. «Ci teniamo moltissimo a continuare con questo progetto». Palazzo Medici Riccardi ha deciso di andare avanti ed ha stanziato 57mila euro.