di Stefano Brogioni
FIRENZE
Interrogatori. E ricorsi al tribunale del Riesame. Mentre i pm Giulio Monferini ed Eligio Paolini lavorano, con i carabinieri del Ros, del Noe e Forestali, su tutti i fronti dell’inchiesta terremoto.
E’ cominciata ieri una settimana impegnativa per molti: a cinque giorni dall’esplosione dell’inchiesta che ha il suo epicentro a Santa Croce sull’Arno, la terra dei conciatori, ma che si ramifica fino agli uffici del potere regionale, all’ombra dei tentacoli dei clan ingolositi dal business dei rifiuti, è arrivato il momento degli interrogatori di garanzia per i destinatari delle misure cautelari.
Nel filone "concerie", ieri, il gip Antonella Zatini ha ascoltato Manuel Lerose e Annamaria faragò, rispettivamente figlio e moglie di Francesco Lerose, l’imprenditore originario di Cutro che con due impianti di smaltimento - uno a Pontedera, l’altro a Levane - rappresenta quella tera di mezzo che da un lato fa affari con le imprese e dall’altro gode delle entrature con la malavita.
Oggi ancora interrogatori, e non soltanto della parte degli imprenditori di Santa Croce (agli arresti domiciliari sono finiti i vertici dell’Associazione Conciatori e del Consorzio Aquarno che gestisce il depuratore). Oggi compariranno davanti al giudice Graziano Cantini, titolare della storica azienda di Vicchio - la Cantini Marino - che sarebbe stata infiltrata dalle ’ndrine tramite il factotum Nicola Verdiglione, a sua volta in contatto con Lerose, ma anche con i ’boss’ Domenico Vitale e Nicola Chiefari.
Cantini è assistito dagli avvocati Bagattini e Pacchi; Verdiglione è difeso da Maresca. Ma in programma non ci sono soltanto le difese dinanzi al gip.
Il consigliere regionale Pd, Andrea Pieroni, tramite il suo avvocato Lorenzo Zilletti presenterà ricorso al tribunale del riesame contro il sequestro del pc e dello smartphone: Pieroni, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio (avrebbe presentato un emendamento alla legge regionale in materia di scarichi, nei suoi confronti non sono state emesse misure cautelari), è stato perquisito giovedì scorso dai carabinieri. Starebbe valutando la possibilità di presentare ricorso al riesame contro i sequestri anche il capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana Ledo Gori, difeso dall’avvocato Enrico Marzaduri e anche lui accusato di corruzione per atti contrati ai doveri d’ufficio. Nessun ricorso invece sarà presentato dal direttore del settore ambiente e energia della Regione Toscana, Edo Bernini, accusato di abuso d’ufficio e difeso dall’avvocato Gaetano Viciconte.