"Un’apocalisse di acqua e fango": non usa mezze parole il presidente della Pubblica Assistenza di Campi, Settimo Lipani (in foto), per definire quello che si è abbattuto sulla sede in via Orly. Un’apocalisse che ha danneggiato 11 mezzi, 4 dei quali in modo irreparabile, e causato 300.000 di danni. Difficile ripartire "Uno sconforto – continua Lipani – che ancora oggi fa venire un groppo alla gola, ma nessuno vuole arrendersi". Il fato ha voluto che a non subire danni siano state le ultime due ambulanze acquistate: quattro giorni dopo l’alluvione la Pubblica Assistenza è ripartita con i servizi che offre ai pazienti con dialisi e dopo una settimana sono riprese le emergenze, anche se non h24 ma soltanto 16 ore al giorno perché " locali dove alloggiamo la notte – spiega il presidente - non erano stati ritenuti idonei per dormire". A finire sott’acqua anche la storia della Pubblica Assistenza, come testimonia una vecchissima barella che stanno cercando di risistemare. Tuttavia si guarda avanti: "Innanzitutto – dice Lipani – desidero ringraziare i volontari e i dipendenti, i primi ad arrivarequando l’acqua ci ha invaso. Abbiamo fatto l’unica cosa che potevamo fare: spalare. Ripartire in queste condizioni è dura: serve tanta determinazione. I mezzi che abbiamo perso avevano sì e no un anno di vita e in questi dodici mesi i prezzi sono già aumentati del 30%. Adesso abbiamo bisogno di solidarietà e anche di contributi economici".
CronacaUndici mezzi e 300mila euro. Pubblica, la conta dei danni