Nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1944 nella villa del Focardo a Troghi una spedizione di soldati tedeschi delle SS fucilò Cesarina Mazzetti (detta Nina) e Luce e Annamaria (chiamata Cicci) Einstein, moglie e figlie di Robert Einstein, cugino del più famoso Albert. Si pensa che la strage fosse un gesto per colpire indirettamente il noto fisico che aveva lasciato la Germania all’insorgere del nazismo. Le tre vittime non erano neanche ebree di religione, ma protestanti. Dalla mattanza furono risparmiate solo le gemelle Lorenza e Paola Mazzetti, al tempo 17enni, e un’altra cugina, tutte ospiti della villa del Focardo: vennero rinchiuse in una stanza e salvate dalla furia. Lorenza poi è diventata una famosa regista. È morta nel 2020 a Roma. La sorella Paola se n’è andata nel 2022. Entrambe sono sepolte, su nel cimitero della Badiuzza di Rignano per restare vicine anche nella morte alla famiglia Einstein i cui corpi riposano vicino a un monumento che ricorda la strage. Ora nel giardino pubblico di via Garibaldi a Rignano c’è un’altra targa dedicata al sacrificio delle tre donne: è intitolata a Nina, Luce e Cicci Einstein, apposta dalle sigle sindacali Cisl, Cgil, Uil e Auser per l’iniziativa ‘La buona via’ in onore delle donne che hanno lasciato un segno indelebile nel nostro Paese.
Manuela Plastina