Rossi
La nuova edizione della Madama Butterfly programmata nell’ambito delle celebrazioni del centenario della morte di Puccini, che segnava anche l’ultimo impegno operistico di Daniele Gatti come direttore principale del Teatro del Maggio, ha ricevuto l’altra sera una accoglienza entusiastica
con un lungo applauso alla protagonista dopo la sua celebre aria e ovazioni per tutti alla passerella finale. Giusto tributo a uno spettacolo nell’insieme di rara efficacia e accuratezza che ha trovato proprio nella direzione di Gatti il motore trainante e la maggiore cifra di originalità. La sua esecuzione fa piazza pulita della melassa sentimentale e della pesantezza che spesso
affliggono questo capolavoro puntando, con l’apporto
superlativo dei complessi del Maggio, su una trasparenza
e levità di ordito capaci
di illustrare ogni minimo
dettaglio e animando con tempi rapidissimi il primo atto
per distendersi poi negli altri
e acquistare un lancinante
spessore tragico. Una lettura intensa e raffinatissima
nella quale ha saputo bene inserirsi la Cio-Cio-San di
Carolina Lopez Moreno con voce di incantevole freschezza, acuti svettanti e squisite filature ma anche con una deliziosa presenza scenica
e notevoli capacità di attrice.
Piero Pretti le ha affiancato un Pinkerton dal canto generoso
e dalla nitida dizione, Marvic Monreal una simpatica Suzuki
e Nicola Alaimo uno Sharpless esemplare all’interno di una compagnia molto ben scelta anche nelle parti di fianco.
In linea con l’impostazione musicale è apparsa anche
la sensibile regia di Lorenzo Mariani, con sobrie scene di Alessandro Camera e costumi di Silvia Aymonino senza leziose giapponeserie.