
In una città che continua a invecchiare per le migliorate condizioni di salute e per il calo demografico che riduce la presenza dei giovani, è doveroso chiedersi come riorganizzare i servizi e i quartieri e, soprattutto, capire quali sono i desiderata dei fiorentini. Anche perché il futuro degli anziani si va arricchendo di nuove possibilità, superata la logica delle vecchie case di riposo, il futuro guarda a soluzioni che oltreoceano e in Europa esistono già. Così la Società della salute presieduta dall’assessore al welfare Sara Funaro in vista della realizzazione del primo villaggio per anziani a Montedomini, con miniappartamenti e servizi sociali e sanitari ’condominiali’ ha commissionato un sondaggio fra gli ultrasessantenni per avere il quadro della situazione. Ecco il quadro che emerge dal sondaggio eseguito da Me We srl Istituto di Ricerca Innovativa su un campione di 502 persone aver 60 intervistate per telefono dal 24 al 26 gennaio scorso.
Si comincia dal fatto che quasi un terzo (31%) degli over60 fiorentini vive da solo. Nella maggior parte dei casi (55%), invece, vive in coppia e in molti casi
anche in compagnia di figli (23%). Si registra anche una vita sociale piuttosto attiva, sia nel corso della settimana che, soprattutto, nei weekend. Tuttavia le persone gradirebbero avere più occasioni di trascorrere il tempo in compagnia, in particolare degli amici (per il 28% attualmente è “troppo poco”).
Anche se la situazione si modifica all’avanzare dell’età: tra gli over75 è naturalmente più diffusa la condizione di famiglia monocomponente e si riducono le occasioni di incontro con familiari e amici.
Dal punto di vista abitativo, la situazione largamente prevalente è la casa di proprietà con mutuo ’terminato’ (71%). In un caso su sette, in particolare nella fascia d’età più bassa analizzata (60-65 anni), il mutuo risulta ancora attivo. Solo il 14% vive in affitto. Gli anziani residenti a Firenze sono largamente soddisfatti della propria qualità della vita: quasi la metà le attribuisce un voto tra l’8 e il 10 e il voto medio si attesta sul 7,1 senza particolari flessioni nelle diverse fasce d’età. Gli insoddisfatti sono solo il 13% concentrati tra i non occupati e non pensionati.
Le condizioni di salute sono buone per quasi 3 anziani su 4. Nel 26% dei casi la salute è giudicata invece solo ’passabile’ e per il 3% è pessima.
L’offerta di servizi socio-sanitari è giudicata soddisfacente dalla maggioranza del campione (58%), con valori più elevati nei quartieri 3 e 5. La metà degli intervistati dichiara di utilizzare i presidi o i centri sociali nel 5% dei casi in modo assiduo (almeno una volta a settimana). Nel quartiere 1 si registra una minore fruizione.
La soluzione del villaggio per anziani (il Co-housing risulta) è ancora scarsamente conosciuta ma la larghissima parte degli intervistati (84%) ne coglie l’utilità, con un dato più elevato tra le donne rispetto agli uomini. Chi la ritiene adatta punta soprattutto sulla socialità ("possibilità di conoscere nuove persone e avere sempre compagnia"), cui si associa anche uno stile di vita più attivo, e la possibilità di supporti per le attività che non si riesce più a svolgere autonomamente (spesa, commissioni, lavoretti). Uno su tre vorrebbe che fosse nella stessa zona in cui vive, mentre al 53% basterebbe restare nella stessa città, ma non necessariamente nello stesso quartiere.
I servizi richiesti sono l’assistenza sanitaria qualificata (65%); la presenza di uno spazio verde (della cui importanza si è avuta ulteriore conferma negli ultimi due anni di emergenza sanitaria, con lockdown e zone rosse). è chiesta dalla metà degli over60. E un terzo del campione insiste per: assistenza alla persona in caso di temporanea inabilità; servizio di pulizia della casadegli spazi comuni; il parrucchiere o barbiere; la biblioteca; la lavanderia, la manutenzione ordinaria o straordinaria dell’abitazione e degli spazi comuni; una sala comune per attività ricreative; la palestra o una sala per esercizi di riabilitazione.