REDAZIONE FIRENZE

Un secolo di storia. Il verde, i comitati e il nuovo progetto. I mille volti del panificio

Da ex caserma fino a supermercato, la lunga vita dei 10mila metri quadrati di ’fortino’ fra Novoli e Rifredi. Così l’isolato ha cambiato volto dopo cinquant’anni di abbandono e promesse mancate.

Un secolo di storia. Il verde, i comitati e il nuovo progetto. I mille volti del panificio

Diecimila metri quadrati abbandonati per oltre mezzo secolo. Prima in quell’isolato trincerato fra via Mariti, via da Empoli e via del Ponte di Mezzo c’era il cuore pulsante delle vettovaglie militari fiorentine: da questa struttura, l’ex caserma Guidobono, dal 1923 fino al 1936, partivano i beni di prima necessità per rifornire le caserme fiorentine. Poi il lento declino, legato prima allo scoppio della seconda guerra mondiale e poi all’indipendenza alimentare delle caserme cittadine ha relegato l’ex panificio militare di Firenze a un ruolo più secondario: magazzino e rimessa. Fino alla sua dismissione a metà degli anni ’70. E qui iniziano i 50 anni di abbandono. Nel 2002 infatti il ministero della Difesa inserisce l’ex panificio fra i beni da alienare, Palazzo Vecchio sceglie di non far valere il diritto di prelazione anche a causa della mancanza di cassa.

Ma quell’isolato fortificato rimane nel cuore dei residenti che, a novembre del 2004 formano un comitato, (il ’Coexpami’) per chiedere a Palazzo Vecchio un percorso partecipato con cui dare nuove funzioni all’ex panificio: mantenimento delle parti storiche, più verde, cementificazione ridotta, spazi aperti per giovani e anziani. Lo stesso anno l’area finisce nella sfera d’interesse dalla Rubens Immobiliare, facente capo a Consorzio Etruria e alla Btp. L’acquisto vero e proprio si concluderà poi nel 2007. Il progetto: realizzare 11mila metri quadri di volumi residenziali con circa 190 unità abitative. Il progetto contro il quale si schierano i residenti, si impantana poi al Tar dopo una complessa vicenda culminata con la richiesta di sospensiva del Comune di Firenze. L’ex panificio nel 2013 passa poi alla società la Villalta spa, oggi presieduta dall’ex ministro dell’Interno, Angelino Alfano, immobiliare che possiede oltre 80 degli immobili in cui si trovano i superstore Esselunga. E qui arriva il progetto finale con un supermercato nel cuore di Novoli e un orecchio alle richieste del comitato: in tutto più di 5mila metri quadrati di aree di uso pubblico, ma anche un giardino pubblico e un parcheggio alberato a raso oltre a due piani di parcheggio sotterraneo con oltre 500 posti. E una riduzione della superficie da 10mila metri quadrati a 8mila. Sulla carta previsto anche un asilo nido e una nuova rotatoria per digerire il flusso di futuri clienti. L’ultima scintilla però arriva per l’abbattimento degli alberi: sono 20 i lecci che devono essere turati giù per far spazio al progetto, il comitato si oppone, il Comune interviene e trova una mediazione con Esselunga: ne verranno abbattuti solo tre. Il progetto è pronto e il cantiere si apre ospitando dai 200 ai 50 operai ogni giorno. Lo stesso numero di quelli presenti ieri al momento del crollo.

Claudio Capanni