FRANCESCO GURRIERI
Cronaca

Un Dante attuale nella lezione di Cacciari

Francesco

Gurrieri

La Certosa del Galluzzo è tornata alla sua funzione originaria: aprirsi alla conoscenza e alla trasmissione critica del sapere. Il "Comitato scientifico per la Certosa di Firenze" ha organizzato, in collaborazione con le Opere di S. Maria del Fiore e di S. Croce, un incontro con il filosofo Massimo Cacciari su Dante Alighieri. Il tema, con l’approssimarsi dei 700 anni (1321-2021) era "Dante Alighieri. Ragione, politica, profezia". Cacciari è stato bravo perché ha saputo evitare il rischio della dantologia per ficcarsi con passione nei punti cruciali della Commedia. Il viaggio dantesco non sarebbe stato uguale se non ispirato e accompagnato da Beatrice e da Virgilio che marcano il significato collegiale dell’ itinerario: qualcosa che guarda all’umanità, non al singolo. E poi, al canto III dell’Inferno, con la sua condanna irreversibile,

"Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate". La speranza è virtù teologale che riguarda direttamente Dio, animando

l’agire morale; la speranza è la fiduciosa attesa di un bene, della vita eterna come felicità. E dunque – prima dura interrogazione di Cacciari – perché quel lasciare ogni speranza? La politica in Dante, almeno per quanto concerne la possibile valenza di attualità, sembra apparentemente contraddittoria per quel suo immaginare la guida di un

imperatore. Ma quell’ imperatore e quell’impero – nell’interpretazione di Cacciari – erano immaginati in una chiara separazione tra potere religioso e politico: la Chiesa suggerisca la via per l’equità sociale, l’impero (la politica) la traduca nei fatti. Poi, la profezia di eventi futuri, che deriva dall’ispirazione divina. E qui il richiamo al contrasto interpretativo fra Gentile e Croce. Se il primo indica Dante come un pensatore che sa fondere nella Commedia spiritualità e dottrina ma anche sapere laico al tramonto del

Medioevo, Croce non va oltre un dantismo neoidealistico da leggersi come altissimo canto. Insomma una "lectio" e una "disputatio" insieme: non c’era miglior modo di riaprire quello "Studium" interrotto da secoli.