"Uffizi aperti di sera: un'opportunità per i fiorentini o un'illusione?"

Il nuovo direttore degli Uffizi propone aperture prolungate il martedì per coinvolgere i cittadini fiorentini, ma le code turistiche potrebbero limitare l'accesso locale.

Rogari

Potremo

chiamarli i martedì degli Uffizi. Nelle buone intenzioni del neo direttore le aperture prolungate della Galleria il martedì "sono state ideate per agevolare e incentivare in particolar modo i cittadini di Firenze a ‘riappropriarsi’ e riscoprire il loro principale e più identitario museo, la Galleria degli Uffizi, mettendo a disposizione un orario più compatibile con le dinamiche e le esigenze di chi vive e lavora in città". Auspichiamo che sia così; che d’un tratto alle 18 spariscano le code infinite dentro e fuori gli Uffizi (per queste ultime speriamo anche noi nel prossimo biglietto elettronico) dei turisti e che si aprano le porte ai fiorentini. In realtà, il provvedimento, comunque lodevole, dubito che sia funzionale alla riappropriazione da parte dei fiorentini della loro amatissima Galleria. I flussi dei visitatori, giustamente ponderati in modo positivo per l’enorme gettito finanziario aggiuntivo che hanno prodotto, si spalmeranno fino a sera, magari per l’attrazione aggiuntiva degli Uffizi by night. Va benissimo e siamo orgogliosi che la nostra bellezza sia ammirata da tutto il mondo. Il problema è che questa ammirazione è divenuta tanto stringente e talora soffocante che il comune fiorentino, nella cui categoria mi annovero, si sente estraniato. A volte penso ai percorsi più immediati e identitari che mi verrebbe di compiere, anche solo per ripassare sui miei passi antichi: gli Uffizi, la Galleria dell’Accademia, il Duomo, per dire. Tre luoghi simbolici della grande Firenze. Vorrei potermi affacciare ed entrare per fare una immersione nella grande bellezza. Lo vorrei fare spontaneamente, da fiorentino che ritrova sé stesso e le proprie radici. Mi è capitato più volte, ma sono sempre stato dissuaso dalle code infinite che mi si prospettava di fare. D’un tratto finisce la magia e quell’impulso nobile e spontaneo a ripercorrere sentieri antichi si scontra con un muro di persone in paziente attesa. Rifletto sulla questione e mi dico, per consolarmi, che tanta bellezza è patrimonio dell’umanità. Poi ci rifletto ancora un po’ e aggiungo che proprio per questo vorrei che fosse anche mio, da vecchio fiorentino e ospite. Ma l’impresa è ardua.

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