Uffici postali Un presidio indispensabile

Giovanni

Pallanti

ufficio postale, come la caserma dei carabinieri, è la prova per molti italiani che lo Stato non li ha abbandonati. Quando succede, in piccoli paesi, che la Posta o i carabinieri vengano spostati, i cittadini e i loro sindaci insorgono con ragione: queste due istituzioni rappresentano, sostanzialmente e formalmente, una sicurezza che quando viene meno, fa sentire i cittadini più deboli e abbandonati. Lo stesso fenomeno, anche se con modalità diverse, avviene anche nelle città, dove gli uffici postali sono molto più numerosi che in un piccolo centro. Un esempio classico riguarda il quartiere di Santo Spirito a Firenze. L’ufficio storico è situato in via Barbadori ed è il numero 4 della rete postale fiorentina. E’ collocato a meno di cento passi dal Ponte Vecchio, in pieno centro. Numerosi artigiani che sono rimasti ancora in attività e quasi tutti i commercianti della zona, fanno capo a questo servizio postale. Il personale femminile che vi presta la sua opera è molto gentile e aperto ad ogni tipo di collaborazione con la clientela.

C’è però un grosso problema, che dura da molti anni: il Mat (o, come si dice normalmente, bancoposta) è lentissimo. Per ogni operazione di prelievo, a un fiorentino abituato a questo servizio, ci vogliono cinque o sei minuti per ottenere il denaro. Se per caso si forma davanti al bancomat una fila di fiorentini e di stranieri, come spesso accade nei pressi del Ponte Vecchio, per fare quattro o cinque operazioni si supera abbondantemente la mezz’ora. Di notte, una fila di persone con il bancomat in mano, potrebbe essere un’occasione d’oro per degli scaltri rapinatori, e per un anziano anche di giorno: l’esposizione davanti al bancomat è piuttosto lunga e potenzialmente pericolosa. Molte persone mi hanno chiesto di sollecitare la direzione provinciale della Posta perché rimedi a questo problema con un nuovo e moderno bancomat. E’ l’ora di farlo. Infatti, un’operazione di prelievo dura al massimo due minuti.