MARCO
Cronaca

Tutto quello che si fa per amore. Il rito magico per ritrovare Sonia

Giulio utilizza i dollari che gli rimangono per sapere dove si trova la sua ragazza, che è scomparsa da due mesi .

Giulio utilizza i dollari che gli rimangono per sapere dove si trova la sua ragazza, che è scomparsa da due mesi .

Giulio utilizza i dollari che gli rimangono per sapere dove si trova la sua ragazza, che è scomparsa da due mesi .

Vichi

Dopo qualche minuto torna il ragazzino a righe e mi fa cenno di seguirlo. Non parla, forse è muto. Attraversando scale e cortili mi porta in una stanza più lunga che larga, indica avanti e sparisce. In fondo alla stanza vedo una luce debole, e mi avvicino. Dietro a un tavolo c’è un uomo con sopracciglia enormi e nere, è seduto, e sta bevendo qualcosa da una tazza fumante.

"Devo bere" penso.

L’uomo mi fa accomodare e versa anche per me qualcosa di bollente in una tazza.

"Tè" dice, e sorride. Io bevo, pensando che qualsiasi liquido mi farà bene. Guardo con attenzione il viso di quell’uomo.

"Per quanto ne so potrebbe essere uno dei due ladri di prima" mi dico. Finisco di bere e ringrazio. Ora devo dirgli perché sono venuto.

"Parla italiano?" domando, e spero in un miracolo.

"Sì... un po’ po’... parlio taliano" dice lui. Meno male.

"Mi hanno detto che lei... è un esperto di magia..." dico, lentamente.

Almaharaath socchiude gli occhi, sorride, e dondolando il capo fa un gesto con le mani per farmi capire che sono davanti alla persona giusta.

"Anche magia d’amore... giusto?" chiedo.

Un sorriso più largo gli scopre i denti. Mi sento imbarazzato, mi chiedo cosa ci faccio lì, ma vado avanti.

"Vorrei che la mia ragazza tornasse... è possibile? Lei può farla tornare?" dico arrossendo. Sudo più di prima e gli chiedo un’altra tazza di tè. Lui versa.

"Tu... avere tutto? Ora... qui?" dice, e con le dita fa un gesto universale.

"Certo" dico, e dalle mutande tiro fuori gli ultimi dollari, in fogli da dieci. Li conto. Duecento.

"Bastano?" dico, e li appoggio sul tavolo. Il tè non mi va più.

Lui sorride ancora e nasconde i soldi.

"Tu... avere imagina di dona?" chiede.

"Sì" dico, e dal portafogli sfilo una fototessera di Sonia.

Almaharaath la prende, la guarda a lungo. Non ride più, adesso.

"Come chiamare?"

"Sonia" dico, con la voce rauca. Almaharaath sospira, senza staccare gli occhi dalla foto.

"Io può provare... Uhhhm! Quanto tempo lei via?"

"Quasi due mesi... una mattina si è svegliata e..."

"Shh" fa lui, agitando una mano. Ammutolisco. Nell’aria qualcosa è cambiato, anche se non so cosa. Almaharaath si alza stringendo in mano la foto. Va a spegnere la luce e accende una candela bitorzoluta che appoggia sopra uno sgabello. Torna indietro di due passi e s’inginocchia sopra un tappeto pieno di disegni complicati. Si mette a fare cose che non capisco. Dilata gli occhi, poi li chiude con forza, borbottando.

Appoggia la foto sui peli rasi del

tappeto, al centro di un disegno che raffigura un pavone che fa la ruota. Sempre in ginocchio si drizza sulla schiena, alza in aria le braccia e dalla sua gola escono dei lamenti.

Fa anche delle strane mosse con le mani. Lentamente si piega in avanti, appoggia la fronte sudata sulla foto e nello stesso momento smette di borbottare. Resta immobile con le braccia allargate sul tappeto. La sua fissità mi incute rispetto e un po’ mi spaventa. Non mi azzardo a respirare.

La mia stanchezza sembra svanita, ora voglio solo sapere se lei tornerà.Aspetto e aspetto, senza che succeda niente. Di fronte all’immobilità del turco il tempo perde di significato. Non so più come mi sento, se ho sete o no. E un po’ mi vergogno.

"Prima o poi uscirò di qua" mi dico.

Finalmente il mago gorgoglia qualcosa, e lentamente stacca la testa dal tappeto. La foto gli è rimasta appiccicata alla fronte, ma lui lo sa, e la stacca con rispetto. Guardo l’orologio. È passata quasi un’ora. Almaharaath si alza in piedi, barcollando leggermente. Riaccende la lampada e soffia sulla candela, poi si siede di nuovo dietro al tavolo e gli esce un sospiro. Ha l’aria affaticata, sembra sfinito, ma nei suoi occhi vedo bruciare il fuoco. Non guarda me, fissa il vuoto.

(4 - continua)