PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Tutti in coro: "Giù le mani dai marron glacé"

Un lungo corteo ha sfilato ieri sotto la pioggia in segno di solidarietà per il futuro delle lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello

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di Paolo Guidotti

Il sindaco Triberti l’ha definito "l’abbraccio di un intero territorio alle lavoratrici". E lo è stato davvero, la prima manifestazione pubblica tenutasi a Marradi per l’Ortofrutticola del Mugello, un grande corteo che si è concluso davanti al presidio e ai cancelli della fabbrica dei marroni. Un corteo che si è tenuto in una giornata grigia e piovosa dopo lunghi giorni di sole, tante persone che hanno camminato per cinque chilometri, partendo dalla piazza del Comune, fino alla zona industriale di Sant’Adriano. Una manifestazione senza eccessi, con le bandiere del sindacato, quelle biancoverdi della Cisl e quelle rosse della Cgil, diversi striscioni dei consigli di fabbrica, presenti in buon numero, qualche canto, compreso uno confezionato per l’occasione, per ricordare a Italcanditi di "aver rotto i marroni". E poi i marradesi, anziani, famiglie, genitori con bambini, e ancora, tanti, tanti amministratori locali. Giunti davanti ai cancelli chiusi della fabbrica due sindacalisti, Andrea Piccini per la Cisl e Mirko Borselli per la Cgil, e il sindaco di Marradi Tommaso Triberti hanno preso la parola. Ma prima di loro hanno parlato due delle dipendenti dell’Ortofrutticola, Marina e Sonia: "Siamo commosse da questa grande partecipazione, abbiamo bisogno del sostegno di tutti", hanno detto, dopo aver tenuto per ore in mano lo striscione che apriva il corteo, "Giù le mani dalla fabbrica dei marroni". E hanno ribadito le loro richieste: "Perché vogliono trasferire la produzione di marron glacé a Bergamo? Vogliamo che la fabbrica rimanga qui. E non ci accontentiamo delle briciole".

Perché la vertenza è ancora aperta, e le posizioni sono lontane. Da una parte la proprietà, che dopo aver annunciato la chiusura completa dello stabilimento, ha corretto il tiro mettendo sul tavolo un piano industriale per continuare l’attività produttiva. Dall’altra sindacati e istituzioni che ritengono insufficiente e poco credibile il piano presentato. Lo ha ribadito nel suo intervento anche il sindaco Triberti. Specificando: "Non ci stiamo impuntando sui marron glacés. Ma sul diritto di avere un lavoro dignitoso, sul diritto di poter rimanere nei territori di montagna e costruire qui percorsi di vita. Non è possibile parlare di fragilità dei territori e poi abbandonarli e desertificarli, solo per qualche migliaio di euro di guadagno in più." E Triberti ha chiamato in causa direttamente i proprietari di Italcanditi: "Sono convinto che il dottor Bonomi, giustamente attento alla cura dell’ambiente, ad investimenti ambientali e di impresa sociale, non conoscesse quello che stava accadendo qui. Non si può portare via il lavoro dalla montagna. Perché non c’è sostenibilità ambientale quando si pugnala un territorio. Questa battaglia la continuiamo da Marradi, ma non solo per Marradi".

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