Il turismo punta sull'Islam di lusso e in città apre la prima palestra per musulmane

Quindici alberghi diventano 'muslim friendly': cibo halal, tappetini e una bussola in direzione della Mecca

Cresconop le camere di albergo allestite per fedeli musulmani (Marco Mori/New Press Photo)

Cresconop le camere di albergo allestite per fedeli musulmani (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 21 settembre 2018 - Far fronte a uomini che si presentano con due o più mogli e figli al seguito con l’interrogativo dello smistamento camere, far sparire l’alcol dal frigo e servire cibi che non si scontrino con la religione.

E’ la sfida che almeno quindici alberghi extra lusso fiorentini hanno accettato per cercare di soddisfare le esigenze del cliente mediorientale che non si fa certo problemi a spendere. Secondo uno studio, il turista saudita arriva a tirare fuori tra i 10 e i 100 mila euro all’anno per viaggi e vacanze. E Firenze, insieme a Venezia, Roma e Milano, è una delle mete preferite.

Un mercato interessante per gli alberghi fiorentini che hanno deciso di sposare il progetto “muslim friendly” , un piano di adeguamento dell’offerta al turismo arabo.

«Ci stiamo lavorando da un anno – spiega Francesco Bechi, presidente Federalberghi Confcommercio Firenze -, abbiamo avuto incontri con la Regione Toscana e con l’Imam di Firenze per capire come attrezzare le nostre strutture. Al momento hanno aderito 15 hotel a 4 e 5 stelle ma siamo sicuri che diventeranno molti di più». Nessuna rivoluzione, solo piccole accortezze come quella di dotare le camere di tappetino per la preghiera, frecce per l’indicazione della Mecca, cibo halal ossia lecito o personale preparato a servire la colazione prima dell’alba durante il periodo del Ramadan.

«Stiamo cercando di formare le strutture ricettive ad accogliere la clientela musulmana, altre città nel mondo sono già all’avanguardia. Penso che l’ospitalità passi anche dall’integrazione» prosegue Bechi. Si tratta di turisti importanti per la città, lontani anni luce dai visitatori mordi e fuggi che sporcano tanto e non lasciano niente. Anzi: possono spendere migliaia di euro a notte per una suite purché l'hotel sia dotato di una sala preghiera con tappetino rivolto in direzione della Mecca.

Secondo gli ultimi dati del centro studi turistici, superano i 30 mila gli arrivi da Paesi come Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Siria, Bahrein, Giordania e Yemen. Investitori con al seguito mogli velate e dotate di carte oro per fare shopping pronti a spendere cifre con tanti zeri. Al momento ci sono già quattro alberghi extra lusso a Firenze che stanno aprendo la strada offrendo percorsi alimentari halal, e quindi conformi alle regole islamiche di liceità che si estendono dai settori dell'agro-alimentare, a quello cosmetico. Per esempio Mohammed della Macelleria halal di via de’ Neri, aperta nel 2002, oggi rifornisce alcune delle insegne più illustri della città. «Per essere halal, la carne – racconta - non deve essere di un animale morto per cause naturali, per soffocamento o cacciato. Naturalmente sono vietati alcol e prodotti del maiale. Negli ultimi anni sto lavorando molto con il mondo della ricezione».

LA PALESTRA  A MISURA DI VELO - E’ stata aperta in città in via Domenico Moreni una palestra dedicata alle donne di fede musulmana. Come si legge sul sito internet dell’associazione sportiva Izumo Firenze, il martedì e il giovedì dalle 10 alle 11 e dalle 15 alle 16 la struttura è aperta a musulmane per esercizi di dimagrimento, cardio e aerobica. Un’iniziativa che è partita due anni fa con 30 iscritte per permettere anche alle islamiche che portano il velo di tenersi in forma e di mettersi liberamente in tuta e senza copricapo, al riparo da sguardi maschili.

Questo anno, spiegano dall’associazione, non è ancora cominciato il corso: la data di inizio dipenderà dalle adesioni. “Si tratta di un’iniziativa positiva che darà a tutte coloro che hanno scelto di portare il velo la possibilità di allenarsi e fare sport. La nostra religione ci invita a prenderci cura del corpo quindi sarebbe molto importante per noi ma anche per le non musulmane: ho tante amiche italiane che frequenterebbero volentieri corsi aperti solo a donne” spiega Safaa Mataich impegnata con l’associazione interculturale Nosotras.

Un’esigenza quella di tenersi in forma dimostrata anche dalla diffusione della speciale hijab sportivo pensato per le atlete con il velo. In realtà, una prima sperimentazione era partita sette anni fa alla Scarlini di Sesto Fiorentino dove l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Donne Arabe e col supporto dell’associazionismo sestese, ha promosso per due volte a settimana lezioni riservate esclusivamente alle donne, sia straniere che italiane. Un modo per permettere alle donne musulmane di svolgere le attività rispettando le proprie tradizioni.

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