Salvadori
Anche lui come Mina ha scelto un locale-mito della Versilia per incidere un disco che ha fatto epoca. Anche lui come tutti i big della canzone italiana e internazionale era di casa alla Bussola, a Bussoladomani e da Oliviero.
Martedì prossimo saranno trent’anni esatti che Domenico Modugno ci ha lasciato. Un vuoto enorme, perché Mimmo è stato un artista vero. A tutto tondo. Cantante, attore, presentatore. Soprattutto un padre della musica leggera italiana.
E la sua grandezza sta anche nei numeri: ha scritto e inciso circa 230 canzoni, interpretato 38 film per il cinema e 7 per la tv, ha recitato in 13 spettacoli teatrali e condotto tanti programmi tv di successo. Inoltre ha vinto 4 Festival di Sanremo il primo dei quali nel 1958 con Nel blu dipinto di blu lo ha fatto diventare nel mondo Mister Volare.
Mina aveva inciso due dischi dai live alla Bussola: il primo nel 1968, il secondo nell’estate 1972. Il terzo uscì nell’ottobre 1978 (Mina Live ‘78) ed è riferito al suo ultimo concerto in assoluto del 23 agosto 1978 a Bussoladomani. Proprio sotto il tendone eretto a Lido di Camaiore e rigorosamente dal vivo Modugno registrò il concerto il 3 settembre 1977 davanti a 5000 persone. Un live che è diventato un Lp da milioni di copie.
In Versilia Modugno veniva volentieri. Per il suo legame con Bernardini e con Oliviero Comparini. Ma anche perché si fermava per un periodo più o meno breve per serate abbinate a vacanze.
Per lui i soggiorni a villa Ariston,
albergo frequentato dai big che si esibivano alla Bussola, dove spesso incontrava vecchi amici che erano Adriano Celentano e
Claudia Mori, Gianni Minà ma anche Giancarlo Bigazzi grande
compositore con la moglie Gianna.
Anche il tendone di Bussoladomani piaceva a Mister Volare che in una serata fu la star insieme a Gina Lollobrigida che aveva occhi solo per lui.
Il primo grande successo di Modugno in Versilia è datato fine anni ‘50, in un veglione di Carnevale organizzato da Bernardini al Royal di Viareggio.
Strepitosi due aneddoti che riguardano sempre Sergio e Mimmo. Fecero una scommessa con in palio 200 mila lire, una bella cifra negli anni ‘60, che Modugno avrebbe fatto piangere il pubblico della Bussola. Come spiegano anche i figli Mario e Guido nel docufilm sulla vita di Bernardini, fu Mimmo a vincere perché il pubblico si commosse.
Qualche estate dopo Modugno vide la sua scritta con caratteri più piccoli nel grande cartellone fuori della Bussola. Se ne lamentò con Adriano Aragozzini, futuro patron di Sanremo e personaggio istrionico.
I due comprarono una pagina intera su La Nazione e la misero in burla.
La pagina pubblicitaria diceva nel titolo cubitale: "Sergio Bernardini ringrazia la superstar Domenico Modugno per la sua presenza in concerto alla Bussola".
Quando Celentano la vide affrontò Sergio: "Perchè ringrazi pubblicamente Modugno e non fai lo stesso anche con me?".
Bernardini cadde dalle nuvole perché era ignaro dello scherzo e finì tutto in una risata mentre tempo addietro, per lo stesso motivo, Rita Pavone e Teddy Reno se ne andarono sbattendo la porta.
Rita vide il suo nome con caratteri più piccoli e si sentì penalizzata.