Tramvia, nuovi bus e rioni: "Uniamo le piccole città che vivono dentro Firenze. Così miglioreremo la vita"

Biagi, ex assessore all’Urbanistica e presidente di Urbit indica la strada "Così la società ‘senza intermediari’ ha peggiorato la società civile. La politica riprenda in mano l’urbanistica e pensi a lungo termine". .

Tramvia, nuovi bus e rioni: "Uniamo le piccole città che vivono dentro Firenze. Così miglioreremo la vita"

Tramvia, nuovi bus e rioni: "Uniamo le piccole città che vivono dentro Firenze. Così miglioreremo la vita"

Spostarsi a piedi o in bici. E raggiungere negozi, teatri, servizi e uffici in un quarto d’ora. La ‘città dei 15 minuti’, il mantra che punta a rendere Firenze un luogo a misura di pedone, forse, resta ancora una preghiera. Ma per Gianni Biagi, assessore all’Urbanistica dal 1999 al 2008 e oggi presidente di Urbit, società dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, non è tutto perduto.

Biagi, Firenze può diventare davvero città a misura di pedone?

"C’è molto da fare. Siamo una città costituita da piccoli borghi. Basti pensare a Galluzzo, Cascine del Riccio, Brozzi, Badia e a tutti queli nuclei storici dai quali è composta Firenze. Questa frammentazione deriva dalla nostra storia e ha comportato che vi siano nuclei sociali e situazioni di organizzazione della vita che permangono fino a oggi. La città dei 15 minuti dovrebbe riprendere queste origini".

Riscoprire la vecchia pelle in una città che, da Tav a tramvia, sta subendo una pesante cura del ferro. Come fare?

"Ora che c’è un sistema portante fondato sulla tramvia sarebbe possibile che l’organizzazione del trasporto pubblico fosse ridefinita in funzione di queste storiche centralità urbane che organizzano ancora la vits dei cittadini".

Sì, ma in che modo?

"Un esempio è Scandicci. Prima della tramvia c’erano solo le linee 27 e 26 per raggiungere il Vingone e Casellina. Ora il Vingone è raggiungile col 27 che però parte dalla fermata della tramvia. Ora che si sta costruendo la rete di supporto fondamentale è possibile agganciarsi a questa e innervare col trasporto pubblico i piccoli borghi che compongono la città".

Auto selvagge, bici e monopattini che, a volte, sfrecciano sui marciapiedi. C’è un imbarbarimento di chi usufruisce della mobilità dolce e pesante?

"Viviamo nella società della disintermediazione. Non ci sono più corpi intermedi o quelli che la Costituzione chiama formazioni sociali. Questo porta ad avere un rapporto diretto fra cittadino e potere e determina squilibri: in politica causa populismo, nei rapporti personali peggiora i comportamenti".

E a rimetterci sono i pedoni?

"Io stesso , sono stato rimproverato da una persona su monopattino che, di notte, senza catarifrangente e pretendeva di essere vista. Ma il peggioramento non è una prerogativa di automobilisti o ciclisti, ma di tutta la società civile".

Servono regole più rigide o l’urbanistica può intervenire e prevenire questi atteggiamenti?

"L’urbanistica fa scelte i cui effetti si vedranno in 10 anni. Ma può aiutare nelle relazioni sociali. La politica però deve riprenderla in mano e a pensare a lungo termine".

Quali sono le priorità?

"Affrontare il problema dell’abitare: si sta sempre più manifestando una difficoltà oggettiva a reperire appartamenti a prezzi accessibili".

Come l’abitare migliora la vita dei pedoni?

"Formule che obbligano a intervenire sul costruito e non a costruire agevolano la convivenza di nuovi abitanti, lì dove ci sono sistemi urbani che già esistevano.E consente di avere quel mix di funzioni con persone che abitano in appartamenti da 4mila euro al metro quadro vicino a chi quella cifra non se la può permettere. Un mix che migliora la qualità di chi abita quei luoghi. Un caso emblematico sono le case delle Murate che, appunto si trovano in centro. Si deve tornare a questi modelli che, per fortuna, vedo inseriti nel nuovo Poc".

Claudio Capanni

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro