GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Tra le regole e l’X dell’incognito Il palco di Rancore è come un film

Il rapper romano stasera alle Cascine per il Dieci Festival all’Ultravox. "Tanta fantasia dietro Xenoverso"

Tra le regole e l’X dell’incognito Il palco di Rancore è come un film

di Giovanni Ballerini

"Xenoverso è una realtà di confine fra un concerto e uno spettacolo teatrale. C’è una narrazione che racconta il mio ultimo disco, che vanta tantissime storie in musica, che vengono raccontate sul palco con un narrazione molto intrecciata e suggestiva, quasi cinematografica".

E’ fieramente immerso nella sua nuova creazione Rancore, che stasera sarà l’atteso headliner del Dieci Festival all’Ultravox Firenze - Anfiteatro delle Cascine.

Il rapper romano classe 1989, che in realtà si chiama Tarek Iurcich, che ricorderete protagonista al Festival di Sanremo nel 2019 insieme a Daniele Silvestri con il brano "Argentovivo" e nel 2020 con il pezzo "Eden", con il nuovo progetto "Xenoverso", riporta il grande evidenza tecnica, potenza e sincerità nel suo rap, realizzando ancora una volta un album e un tour dalle grandi suggestioni e dal grande fascino espressivo.

Rancore, quanti siete sul palco?

"Siamo in quattro. Accanto alle tastiere, sequenze ed elettronica, c’è un basso che svolge anche il ruolo di chitarra e una batteria. E’ una band molto ristretta, ma cerchiamo di ricreare dal vivo il suono del disco. Non a caso due dei musicisti sono anche produttori di tantissimi brani di Xenoverso, non c’era modo migliore per portare il disco sul palco".

Ci ha fatto sopra anche un documentario?

"Sì, ho realizzato vari contenuti video, fra cui un mini docufilm che un po’ introduce e cerca di spiegare lo Xenoverso".

Per ribadire il concetto ha diviso il palco in due?

"Se il live è una realtà di confine fra un concerto e uno spettacolo teatrale, anche il disco sta al confine fra la musica e una sorta di film. Ho fatto uno studio di fantasia molto grosso nel creare questo disco, quando poi mi sono ritrovato a immaginare il concerto, ho deciso che lo spettacolo servisse a chiarire i concetti dell’album. Da una parte quindi ci ho messo la X di Xenoverso da cui tutto è partito, cioè tutto ciò che noi non conosciamo, che è straniero al nostro universo. Dall’altra parte c’è invece tutto ciò che già sappiamo, che fa parte del programma mentale in cui siamo inseriti. Il palco è diviso in due: da una parte c’è il conoscibile, dall’altra l’inconoscibile e io, come un viaggiatore mi muovo sul palco secondo delle regole che mi obbligano o mi impediscono di attraversare questa famosa realtà di confine. Ogni volta che la si attraversa nello spettacolo succede un qualcosa".

A Firenze, ci sarà spazio anche per i suoi successi?

"Ci saranno sicuramente delle parentesi in questo senso".