Timori per le baby gang E i video intimi tra minori finiscono nelle chat

Bullismo e cyberbullismo. Anche se il numero assoluto dei procedimenti iscritti nel distretto che fa capo a Firenze non aumenta, preoccupa. "Tale fenomenologia criminosa trova preferenziale contesto di realizzazione in ambito scolastico", scrive il procuratore generale presso la corte d’appello Luciana Piras nella sua relazione. "Si tratta di una manifestazione della devianza minorile particolarmente insidiosa e grave, laddove attinge per lo più minori ritenuti particolarmente vulnerabili, e perciò discriminati, vessati, isolati e messi in ridicolo da gruppi di ragazzi che si coalizzano con l’obiettivo di demolire psicologicamente un loro coetaneo".

"Tali comportamenti – si legge ancora nella relazione – chiamano in causa un variegato complesso di fattori e richiedono interventi non solo di tipo repressivo, pur indubbiamente necessari, ma anche sinergie preventive sul terreno della formazione culturale e della strutturazione della coscienza civica".

E quando il bullismo esce fuori dal contesto scolastico, sovente assume le sembianze delle "baby gang", altro fenomeno che la procura generale definisce "preoccupante". Le baby gang, molto attive nei quartieri periferici fiorentini, sono "sistematicamente dedite alla prevaricazione di coetanei con metodologie violente e con variegate manifestazione predatorie, persecutorie, lesive". Forse a questo fenomeno, è collegato un dato "come sempre significativo" riguardante episodi di ricettazione contestati ad under 18 "attesa la consolidata tendenza di aggiudicarsi ‘ad ogni costo’ Iphone e telefoni cellulari, nonché altri beni quali motocicli e biciclette, ancorché di provenienza furtiva".

E non saranno “rubate”, ma assumono derive pericolose, certe foto intime destinate al fidanzatino, che invece prendono altre strade non volute e pericolose. "E’ infatti frequente tra i giovani – analizza il procuratore generale Piras – il fenomeno dei filmati intimi, di natura sessuale, che una minore trasmette, per lo più consensualmente, mediante applicativi telematici, ad un amico, il fidanzatino o il compagno di scuola, il quale poi ne divulga i contenuti scabrosi a più persone, così tradendo la fiducia dell’amica e ledendone gravemente i profili esistenziali".

ste.bro.

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