
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Timbrava il cartellino e anziché entrare nel suo ufficio, lasciava l’ospedale Serristori di Figline Valdarno, diretto verso i suoi clienti.
Le visite ’in libera professione’ gli fruttavano un "trillino", tremila euro ogni mese. Ma all’uscita di casa di un paziente, il dottor Gino Calzeroni, 66 anni, di Reggello, ha trovato i carabinieri del Nas ad attenderlo con le manette. Truffa ai danni dello Stato e peculato con cui il professionista è finito agli arresti domiciliari. Ieri pomeriggio, infatti, il giudice Angelo Antonio Pezzuti ha convalidato l’arresto, avvenuto in flagranza, e ha disposto la misura cautelare richiesta dal magistrato titolare dell’inchiesta, Ornella Galeotti.
A carico del medico, anche l’accusa di aver adoperato, nel corso delle sue visite a domicilio, medicine (in particolare antidolorifici) prelevati dalla farmacia dell’ospedale valdarnese.
Gino Calzeroni è un medico specializzato nella "terapia del dolore". Ma da tempo, secondo quanto emerso, i Nas, guidati dal maggiore Andrea Davini, gli avevano messo gli occhi addosso. Almeno da quando, il servizio ispettivo dall’Azienda Sanitaria ’Toscana Centro’ aveva segnalato delle strane e ricorrenti modifiche sulle attestazioni dell’orario di servizio. Calzeroni, che in passato aveva lavorato al pronto soccorso, adesso aveva un ruolo amministrativo. I nas hano così iniziato un pedinamento: da questi accertamenti, sarebbe emerso che, quotidianamente, il medico si allontanavo dal suo posto nella struttura pubblica, per andare a visitare a domicilio pazienti, anche nell’aretino.
Nella serata del 15 giugno, i carabinieri sono entrati in azione. Dopo averlo osservato, al mattino, entrare in ospedale, strisciare il badge e poco dopo uscire - senza passare nuovamente la tessera - ed iniziare il giro, al termine di una visita in zona Peretola gli si sono avvicinati e gli hanno spiegato il perché della loro presenza.
Calzeroni, secondo le accuse, avrebbe incassato in contanti anche soldi per prestazioni effettuate nell’ambulatorio del Serristori, anziché indirizzare gli utenti verso gli sportelli.
E’ in corso di quantificazione il danno che la sua condotta avrebbe arrecato all’azienda sanitaria. Le intercettazioniavrebbe aiutato gli inquirenti a quantificare il guadagno ’extra’: un "trillino", come lo chiamava lui.