DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Non è mai troppo tardi, tesi discussa a 94 anni: “Con lo studio ho ritrovato il gusto per la vita”

Virgilio Giorgetti dottore in archeologia medievale. Seconda laurea dopo quella in storia, nel 2020, sulla liberazione di Firenze. L’esame finale di allora in remoto causa Covid, ora 110 e lode in presenza

Virgilio Giorgetti, già capostazione, tre figli e cinque nipoti, compirà 95 anni il prossimo 9 giugno

Virgilio Giorgetti, già capostazione, tre figli e cinque nipoti, compirà 95 anni il prossimo 9 giugno

Firenze, 1 maggio 2025 – La sua prima laurea, in Storia con il non disprezzabile punteggio di 108 su 110 l’aveva ottenuta discutendo la tesi in remoto causa pandemia nell’aprile 2020. In questi giorni, stavolta in presenza, si è concesso il bis in Archeologia medievale sempre all’Università di Firenze, conquistando il massimo della votazione e la lode. Congratulazioni vivissime, anzi un po’ di più e festa grande con tanto di fiori, perché Virgilio Giorgetti, già capostazione, tre figli e cinque nipoti, compirà 95 anni il prossimo 9 giugno. I conti sono presto fatti: il primo titolo accademico lo ha raggiunto a quasi 90 primavere e il secondo a 94 quasi finite. Se non è da Guinness dei primati, siamo lì. “Sono entrato in ferrovia nel ’57 - ha avuto modo di raccontare - quando ero al terzo anno di economia e commercio. Vinto il concorso, mi hanno trasferito a Milano e quindi addio università. Poi, dieci anni fa, quando mia moglie Mariella si è spenta e mi è crollato il mondo addosso, lo studio mi ha fatto ritrovare il gusto per la vita e la gioia di rimettermi in gioco”. Missione compiuta, c’è da starne certi.

Nella sua prima tesi “La guerra a Firenze tra memoria e storia: 8 settembre ’43-7 settembre ’44“, con la quale ha realizzato il sogno di tutta una vita, ha avuto modo anche di approfondire uno dei momenti più significativi degli scontri a fuoco tra partigiani, franchi tiratori fascisti e truppe regolari tedesche nelle vie di Oltrarno, in particolare in via della Chiesa. Aveva 14 anni, la mattina del 4 agosto ’44, quando, per affacciarsi sull’Arno nel punto in cui fino alla sera prima c’era il ponte alla Carraia, rischiò insieme al babbo di beccarsi una raffica di mitragliatrice sparata dai parà tedeschi, che, appena fatti saltare ponti e quartieri medievali di Firenze, avevano trasformato la sponda destra nella linea del fronte. Quei giorni non se li è mai dimenticati e ne ha fatto il punto culminante del suo primo corso di laurea.

Adesso, invece, ha guardato più indietro occupandosi di “Firenze e l’Arno nel tardo Medioevo (Sec.XI-XV)“ con relatore il professor Francesco Salvestrini e correlatori la professoressa Isabella Gagliardi ed il professor Enrico Faini. Quello che Virgilio Giorgetti scrive nelle conclusioni è una dichiarazione d’amore per la città e il suo fiume: “L’Arno è sempre stato la principale arteria di collegamento con il mondo conosciuto, risorsa vitale e bene comune, ha sfamato, dissetato e ripulito i fiorentini, ha dato energie muovendo pale di molini, gualchiere e fabbriche contribuendo al nascere del periodo d’oro e allo sviluppo successivo. Sappiamo quanto il suo potere sia stato distruttivo, ma è anche vero che ogni alluvione è stato il proscenio della tenace resistenza dei fiorentini”. Nei ringraziamenti, infine, alcuni doverosi riconoscimenti a cominciare dal relatore “per i preziosi consigli e un grazie di cuore alla professoressa Silvia Collini Giorgetti per le puntuali correzioni. Questo lavoro è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione delle dottoresse della Biblioteca Comunale di San Gimignano che hanno messo a disposizione le fonti dirette, libri e riviste. Grazie anche alla mia compagna di studi Rossella Bonsignori per il conforto ricevuto durante i momenti difficili, i suoi consigli mi hanno dato la forza di continuare. Grazie ai miei giovanissimi compagni del corso magistrale, la loro vitalità mi ha trasmesso l’energia che mi ha fatto tornare al tempo della mia lontana giovinezza”.