Terze dosi, a gennaio è in arrivo una valanga. Hub al massimo per gestirne 700mila

Le proiezioni della Regione avallano la possibilità di non chiudere il Mandela: "Dobbiamo essere pronti a rispondere a questa esigenza"

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Firenze, 13 novembre 2021 - La Toscana si prepara a somministrare le terze dosi anche a chi ha fra i 40 e i 59 anni e ad affrontare il mese più caldo, quello di gennaio. Il tutto mentre, da ieri, sono partiti per tutti i richiami (i cosiddetti "booster") per chi ha fatto Johnson & Johnson. Ma andiamo con ordine: se fino a qualche tempo fa si poteva pensare che la terza dose fosse necessaria solo per i più anziani, è ormai evidente che dovrà essere fatta a tutti. E per chi ha fra i 40 e i 59 anni, il Ministero ha già "consigliato" anche la data di partenza: il 1° dicembre. Questo significa che, nei prossimi mesi, le somministrazioni della terza dose ricalcheranno quasi completamente l’andamento della prima. Sempre che, ovviamente, i toscani decidano di aderire.

"In base ai dati che abbiamo elaborato – spiega Andrea Belardinelli, responsabile sanità digitale e innovazione della Regione Toscana – ci sono 222.417 persone che possono fare la terza dose a novembre, 275.585 a dicembre, 700.153 a gennaio, 385.583 a febbraio, 386.741 a marzo. Poi si calerà: con 210.196 toscani ad aprile e 41.159 a maggio". Per capire quanto i numeri siano lievitati dopo il via agli under 59 basti pensare che a gennaio, il mese più difficile da gestire, su 700.153 potenziali terze dosi, 317.777 riguardano tale fascia di età.

Alla luce di questi dati, tanti si stanno chiedendo se sia davvero utile chiudere i grandi hub, Mandela in testa, per dirottare le vaccinazioni in strutture più piccole. Molti però gli aspetti da valutare: da un lato, a spingere alla chiusura, i costi di queste strutture (nel caso del Mandela però pare che anche l’allestimento del polo vaccinale alternativo a Peretola sia estremamente oneroso) e la voglia di restituirle alle loro funzioni originare; dall’altro, a favore dell’apertura, la mole dei vaccini.

"Sono valutazioni da fare insieme con la Regione – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella -. Finora il Mandela ha funzionato molto bene e credo che dovremo guardare con grande attenzione il tema della terza dose. Perché se il governo darà degli input impegnativi sul fronte delle somministrazioni, dobbiamo essere pronti da un punto di vista organizzativo e logistico a rispondere a questa esigenza per evitare quello che è stato definito un effetto imbuto". Secondo il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, però, il sistema non avrà comunque problemi di tenuta. "Anche se i numeri sono alti – spiega – abbiamo due vantaggi: un quadro chiaro davanti e il modo in cui le persone stanno affrontando la terza somministrazione, con molta calma, senza l’urgenza della prima. Valuteremo nelle prossime riunioni se tenere o meno aperto il Mandela anche dopo il 1° dicembre e come organizzare la vaccinazione nei prossimi mesi, ma siamo convinti che, in ogni caso, non ci saranno disagi. D’altronde, a oggi, nessuno ha mai lamentato problemi o ritardi nell’accedere alle terze dosi".

Intanto, da ieri, tutte le persone (e non più solo gli over 60), che si sono vaccinate da almeno 6 mesi (180 giorni) con un’unica dose di Johnson & Johnson, possono ricevere il richiamo. In questi casi viene somministrato Pfizer o Moderna e per averlo si può fissare un appuntamento sul portale prenotavaccino.sanita.toscana.it oppure recarsi direttamente agli hub senza prenotazione.

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