Dottoressa Gulino, un tredicenne cerca di rapinare un negozio con una pistola giocattolo per finanziarsi la realizzazione di un video trap. Come si inquadra un comportamento del genere?
"Ne sentiamo tanti tutti i giorni simili: ragazzini che fanno bravate più o meno gravi senza motivo o per motivi futili. Sono molto frequenti. In questo caso, a questo adolescente è andata molto bene: è stato fortunato, nel suo atto assurdo".
In che senso?
"Usare una pistola giocattolo, tentare una rapina, potrebbe avere conseguenze anche gravi. Non si sa mai chi può incontrare, come può reagire chi si ha di fronte. Poteva far male agli altri e a se stesso. Ma è proprio questo il problema principale: la sottovalutazione delle conseguenze".
I ragazzi agiscono senza ragionare?
"Generalizzando, in molti casi vediamo ragazzi che non sono abituati a valutare le possibili conseguenze dei loro comportamenti. Bisogna insegnare loro a ragionare e prevenire il rischio".
Chi dovrebbe insegnarlo?
"In primis i genitori, ma anche gli insegnanti e in generale chi ha a che fare coi giovani. Bisogna parlarne a casa o in classe, orientarli perché per loro noi adulti siamo guide. Dobbiamo far capire l’importanza di valutare quale reazione possa innescarsi in base alle nostre azioni. Prevenire. Troppo spesso non accade".
Agiscono d’istinto?
"Non ci mettono la testa. Perché a parte la facilità con cui sono abituati ad avere tutto ciò che chiedono, agiscono in maniera ripetitiva, sempre allo stesso modo. Si comportano come se fossero in un videogame. Girare con una pistola in mano, anche se giocattolo, può provocare in chi si incontra una reazione violenta. Oppure può spaventare, seminare il panico. Le conseguenze che questo ragazzino poteva innescare sono tantissime e gravi. Gli è andata bene".
Cosa dovrebbero fare genitori ed educatori in generale?
"Invitarli a riflettere. E insegnare che non si scherza con la vita. Noi adulti abbiamo questo compito: guidare i ragazzi. Purtroppo spesso ce lo dimentichiamo".
Manuela Plastina