PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

Telco, cresce la protesta: "Lavoratori abbandonati"

Il sindacato denuncia l’emergenza sociale e occupazionale: "Intervenga il governo"

Il sindacato denuncia l’emergenza sociale e occupazionale: "Intervenga il governo"

Il sindacato denuncia l’emergenza sociale e occupazionale: "Intervenga il governo"

Hanno voluto far sentire la loro voce di fronte alla sede di Fibercop a Firenze. Sono i lavoratori della Telco, azienda che lavora in appalto nel settore delle telecomunicazioni e di cui la stessa Fibercop è il principale committente. Quattrocento i lavoratori dislocati nei vari siti della nostra regione, a Campi quello più numeroso. Una vertenza che ormai si trascina da mesi: da qui il presidio di protesta organizzato da Slc Cgil Toscana al quale hanno partecipato, in segno di solidarietà, anche alcuni dipendenti Fibercop.

A farsi portavoce del malcontento dei lavoratori è stato Samuele Falossi (nella foto in alto), di Slc Cgil Toscana. "Telco è in crisi profonda da mesi, ma Fibercop non ha fatto ancora niente per affrontare la situazione, pur potendolo fare. Chiediamo che le commesse attualmente ferme vengano spostate ad altre aziende del territorio, portando con sé il personale oggi inattivo. È una soluzione concreta, immediata, senza costi aggiuntivi, che permetterebbe anche di risolvere il problema della qualità del servizio".

Alla base della mobilitazione il mancato pagamento di alcune spettanze, la totale incertezza sul futuro aziendale e la richiesta di un’assunzione di responsabilità da parte di Fibercop, nonché del Governo, a partire dal Ministero dell’economia, che partecipa indirettamente alla proprietà di Fibercop tramite Cassa Depositi e Prestiti. I lavoratori Telco, insomma, come ripetuto spesso anche ieri mattina, si sentono abbandonati, "lasciati soli, in un’azienda senza mezzi. Siamo entrati in cassa integrazione a zero ore da marzo solo grazie alla pressione sindacale".

Un’emergenza sociale e occupazionale che si aggrava ogni giorno. Falossi, inoltre, richiama anche la responsabilità del Ministero delle imprese e del Made in Italy, presso cui è fissato un incontro il 19 maggio e chiede un intervento diretto: "Non è solo un problema di lavoro: siamo di fronte a un nodo strategico per lo sviluppo industriale e infrastrutturale del Paese. Il governo non può restare a guardare. I lavoratori ci sono, sono pronti a ripartire domani, a contribuire allo sviluppo delle reti e del territorio. Non farlo è una scelta grave, che danneggia tutti: lavoratori, cittadini e intere comunità".