Tassa di soggiorno Gli hotel non ci stanno Parte il ricorso al Tar "Rincari penalizzanti"

Gli aumenti sono in vigore dal 1° aprile. Il no di Assohotel e Federalberghi "Mancanza di tempestività: la misura incide sulle prenotazioni già fatte". Palazzo Vecchio: "Già accolte alcune richieste, ora dialogo più difficile".

Tassa di soggiorno  Gli hotel non ci stanno  Parte il ricorso al Tar   "Rincari penalizzanti"

Tassa di soggiorno Gli hotel non ci stanno Parte il ricorso al Tar "Rincari penalizzanti"

di Rossella Conte

No all’aumento della tassa di soggiorno a Firenze. Dopo la contestazione parte il ricorso al Tar della Toscana da parte di Federalberghi Confcommercio e Assohotel Confesercenti che si oppongono alla decisione del Comune di Firenze, in vigore dal 1° aprile. "Si tratta di un atto dovuto – spiegano i due presidenti Francesco Bechi e Monica Rocchini – perché si tratta di una misura che nella sostanza non rispetta i criteri di progressività e di proporzionalità previsti dalla legge del 2011. Inoltre contestiamo la mancanza di tempestività della sua applicazione poiché l’aumento è di fatto entrato in vigore da subito, incidendo sulle prenotazioni già effettuate. Senza prendere in esame possibili criteri che potevano renderlo almeno più equo come la zonizzazione e la stagionalità. Criteri che abbiamo chiesto di prendere in considerazione senza che ci sia stata data risposta. Abbiamo infatti provato a dialogare con gli assessori per portare proposte più eque che già ci sono in altri comuni e di fronte a tutti i no, l’unica via è stata quella del ricorso".

Giovanni Bettarini, assessore al Bilancio del Comune di Firenze, non usa giri di parole. "Dispiace sapere che dopo un lungo confronto con le associazioni di categoria degli albergatori, confronto che ha portato anche al cambio di una parte del regolamento riguardante l’esenzione per i lavoratori che soggiornano per 7 notti anche non consecutive, modifica fatta in base alle loro richieste, si arrivi a ricorrere al tribunale amministrativo" sottolinea Bettarini. "Dispiace - riprende - anche perché avevamo garantito la prosecuzione del confronto per andar loro incontro anche sulla stagionalità, ma alla luce del ricorso al tribunale adesso diventa più difficile proseguire questo percorso. Credo infine che questa scelta conflittuale sia piuttosto discutibile e singolare anche agli occhi dei fiorentini, soprattutto alla luce dell’andamento del turismo che in questa primavera fa registrare dei record di presenze".

A partire dal 1° aprile il pernottamento in un hotel 5 stelle (che era fermo da 11 anni) passa da 5 a 8 euro, subendo l’aumento maggiore, +60%; quello nei 4 stelle lievita da 4,90 a 7 euro (+43%); i tre stelle salgono da 4,5 a 6 euro a notte (+34%); i due stelle passano da 4 a 4,5 euro; gli alberghi a una stella da 3 a 3,5 euro.

Aumenti anche per le strutture extralberghiere (da 4 a 5,5 euro a notte) e per le residenze d’epoca (da 4,90 a 7 euro). "Le imprese del comparto alberghiero non possono condividere una simile imposizione e applicazione – aggiungono Bechi e Rocchini -, soprattutto adesso che Firenze è la città con l’imposta di soggiorno più alta d’Italia e tra le più care d’Europa". Luca Tonini, presidente Cna Firenze, è chiaro: "Aumentare l’imposta di soggiorno danneggia turismo, turisti e operatori del settore. La modalità dell’entrata in vigore è incomprensibile. Bisognava comunicate l’aumento con l’anticipo necessario per programmare la stagione turistica".

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