BARBARA BERTI
Cronaca

Tarocchi in camerino pensando a Shakespeare "L’ispirazione? La teatralità delle carte" Tante performance per singoli spettatori

Marco Di Costanzo è autore, regista e interprete del lavoro in programma da stasera a domenica al Teatro Goldoni "I testi di partenza sono fissati, ma il rapporto che si crea con l’interlocutore è imprevedibile e non filtrato dai personaggi".

Tarocchi in camerino pensando a Shakespeare "L’ispirazione? La teatralità delle carte" Tante performance per singoli spettatori

di Barbara Berti

Devo cambiare lavoro? Ho intrapreso il percorso giusto? Troverò l’amore? Queste e altre le domande a cui l’attore, regista e autore Marco Di Costanzo risponderà con i tarocchi in un universo tutto shakespeariano. Da stasera a domenica (ore 22), al Teatro Goldoni – dopo lo spettacolo "Gli uccelli", scritto e diretto da Dimitri Milopulos - è in programma il primo studio di "William Shakespeare’s half time job" del Teatro Dell’Elce, performance per una persona alla volta della durata di 15 minuti che Di Costanzo terrà nei camerini del teatro.

Di Costanzo, di cosa si tratta?

"Un’immersione nell’opera dell’autore inglese attraverso una forma scenica fedele ai testi e allo stesso tempo irriconoscibile, contemporanea. La parola di Shakespeare è svincolata dalle trame e dai personaggi per privilegiarne l’aspetto filosofico, immaginifico, etico-morale: la Weltanschauung dell’autore è impiegata in una lettura dei tarocchi per un singolo spettatore, veicolata con un linguaggio apparentemente ‘spontaneo’, estemporaneo, ma in realtà nutrito di frasi, immagini e aneddoti tratti dai suoi testi".

Come nasce lo spettacolo?

"Ancora non è un vero spettacolo, quello debutterà al Festival Inequilibrio di Castiglioncello il 7 luglio. Per adesso sono prove. Da tempo volevo sviluppare un lavoro su Shakespeare e sui tarocchi che hanno molti aspetti teatrali. Dopo la pandemia l’idea è maturata in fretta perché secondo me è cambiata la fruizione teatrale. Mi spiego meglio: a oggi per raccontare una storia fa più presa il cinema o la tv, con le serie. Il teatro, invece, resta il luogo principale per sperimentare altre forme teatrali. Come, appunto, uno spettacolo per una persona alla volta toccando temi intimi dello spettatore stesso".

Lei è un esperto di tarocchi?

"Non mi definisco esperto. Ho imparato da tempo a leggere i tarocchi secondo l’impostazione Jodorowsky. Non sono un cartomante, né predico il futuro. Do una lettura più antropologica delle carte che fanno da specchio a chi fa la domanda".

Dunque, è una performance sempre diversa?

"I testi di partenza sono fissati, come lo è la struttura generale, ma il rapporto che si crea con lo spettatore è diretto, ravvicinato, imprevedibile e non filtrato da un personaggio o da circostanze immaginarie. I testi sono presi dal teatro drammatico, la loro restituzione è ricostituita ogni volta in funzione del momento presente, come del resto la lettura delle carte che è reale e dipende totalmente dalla domanda del singolo spettatore".