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Tanti fiori per gli operai morti: "Erano come nostri figli. Rispetto per chi lavora duro"

I commercianti della zona di Ponte di Mezzo: "Facevano ormai parte del quartiere". Due ragazze lasciano un disegno con un cuore: "Non si può morire così".

Tanti fiori per gli operai morti: "Erano come nostri figli. Rispetto per chi lavora duro"

FIRENZE

"Fiori cresciuti dai sampietrini". È scritto a lettere cubitali sopra l’ex palazzina occupata di via Ponte di Mezzo, proprio di fronte all’entrata del cantiere del supermercato Esselunga in costruzione dove ieri si è consumata una delle più gravi tragedie sul lavoro che la città ricordi. E sempre di fiori si è riempito lentamente il marciapiede che costeggia l’area teatro della strage. Mazzi di crisantemi, qualche gerbera, una rosa che giace a terra. Colori accesi che brillano sotto il sole e lasciano si lasciano per un momento alle spalle il grigio del cemento, l’immagini del disastro, il rumore delle vite che si spezzano. "È da mesi che vediamo tutti giorni questi ragazzi – racconta Ruggero del salone da parrucchiere Mimesi Lab, a pochi passi dal cantiere –, facevano ormai parte del quartiere, li rispettavo: lavorano duramente".

In mano Ruggero ha un tulipano bianco, legato a un palo della luce spicca quella che sembra una stella rossa. Anche un taxi, senza passeggeri a bordo, si ferma all’ingresso: il conducente consegna un piccolo mazzo alla polizia municipale e poi s’allontana. "È un piccolo gesto, un modo per esprimere la nostra vicinanza – continua il parrucchiere –, morire sul luogo di lavoro non è accettabile. Tanti erano ragazzi giovani, potevano essere i miei figli, è una tragedia".

Oggi a Firenze è il momento del dolore: dal Comune è stato proclamato il lutto cittadino a cui si somma poi il lutto regionale proclamato dal presidente Eugenio Giani. Nel pomeriggio arriva anche una coppia di ragazze con un mazzo di fiori con allegato un bigliettino con la scritta: "Non si può morire cosi" ed il disegno di un cuore.

P.M.