
di Lisa Ciardi
Storie di traguardi raggiunti e di inciampi, di successi e di difficoltà. Otto donne, anzi, molte di più, si sono raccontate ieri, davanti ai ragazzi delle scuole superiori fiorentine, arrivati al Cinema Teatro della Compagnia di Firenze. L’occasione è stata offerta da Otto donne per l’8 marzo, l’evento organizzato dal Consiglio regionale della Toscana, insieme all’Ufficio scolastico e al Gruppo Editoriale Nazionale, con il portale Luce! e il quotidiano La Nazione. Nell’occasione sono state premiate per i risultati ottenuti: l’immunologa Chiara Azzari, l’archeologa Elena Sorge, le campionesse sportive Elena Pietrini e Francesca Baroni, le attiviste Laura Sparavigna e Lucrezia Iurlaro, la chirurga Manuela Roncella e sei lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello, in rappresentanza di tutte le colleghe che hanno lottato per difendere la loro fabbrica contribuendo a evitare la chiusura. Inoltre, la testimonianza dell’imprenditore Simone Terreni e di Federica Granai, che è stata da lui assunta durante la gravidanza. Introdotte da un saluto della direttrice de La Nazione, Agnese Pini, e moderate dalla giornalista Letizia Cini, coordinatrice del portale Luce!, hanno raccontato le proprie esperienze di vita, impegno e lavoro.
"La mia fortuna – ha detto l’immunologa Chiara Azzari – è stata crescere nella totale parità di genere, con i miei genitori, mio fratello e le mie tre sorelle. Non sono mancate però le voci contrarie. Quando aspettavo il secondo figlio, un collega mi disse: con questo hai chiuso la carriera. Mi ha colpito, ma non mi sono fatta condizionare. Quindi, ragazze e ragazzi: qualunque cosa vi dicano, non credeteci". "Sono mamma di quattro figli – ha raccontato l’archeologa Elena Sorge – e credo che un’antica qualità di noi donne sia essere grandissime organizzatrici. Avere figli, per chi sceglie di farlo, è un valore aggiunto: si diventa più toste, più forti, più ganze. Anche a me un professore, che pure mi stimava, sapendo che mi sarei sposata mi disse: peccato per l’archeologia che la perde. Gli risposi che non stavo entrando in clausura". "Propongo un manifesto – ha detto Simone Terreni – per le aziende che intendano impegnarsi a non demansionare dopo la maternità e a non chiedere nei colloqui se le donne intendano avere figli e se siano sposate o fidanzate". Federica Granai, da parte sua, ha spiegato i timori al momento dell’assunzione. "Ho scoperto di essere incinta una settimana prima di firmare il contratto – ha detto – ero felicissima da un lato e preoccupata dall’altro. È stato bello sentirmi dire che la maternità non era un problema. Purtroppo ancora oggi spesso non è così".
"Una volta andai a fare un prelievo di organi urgente in un’altra città – ha proseguito la chirurga Manuela Roncella – insieme a un infermiere e uno specializzando. Quando scendemmo dall’aereo tutti pensarono che i medici fossero loro, non io, l’unica donna presente. Questo capita ancora, ma le cose stanno cambiando". Laura Sparavigna e Lucrezia Iurlaro hanno infine parlato del "tampox tax tour" organizzato questa estate per chiedere l’abbattimento dell’Iva sugli assorbenti femminili. "A volte la nostra battaglia viene banalizzata – ha spiegato Lucrezia Iurlaro – ma è importante. Gli assorbenti erano tassati al 22% come beni di lusso. Ora sono al 10. Noi chiediamo il 4%, come per tutti i prodotti essenziali". "L’8 marzo deve essere un momento di riflessione – ha concluso Laura Sparavigna – ma a ragazzi e ragazze dico che dobbiamo evitare che le nostre istanze vengano lette come cose delle donne per le donne o dei giovani per i giovani. Sono temi che riguardano tutti".