ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Svolta per i conti del Maggio "All’asta Chagall e Guttuso Tesoro da 13 milioni in archivio"

La proposta di salvataggio dei revisori nella nota inviata ieri al ministro e al commissario "Se non si vuole vendere lo acquistino gli enti pubblici per valorizzarlo nei musei" .

Svolta per i conti del Maggio "All’asta Chagall e Guttuso Tesoro da 13 milioni in archivio"

di Ilaria Ulivelli

La situazione del Maggio è estremamente critica, ma potrebbe essere vicina una svolta: nell’archivio storico del teatro c’è un tesoretto di opere d’arte che se, messe all’asta da Sotheby’s o Christie’s, potrebbero fruttare un capitale straordinario, tale da consentire la ripatrimonializzazione della Fondazione.

Ci sono pezzi unici e autografi di Guttuso, De Chirico, Chagall (solo per citarne alcuni) realizzati per le scenografie del festival, dai tempi della Callas. Ovviamente non tutto è così facile come potrebbe sembrare: vendere i gioielli di famiglia è sempre un passo molto doloroso. In più, il patrimonio artistico del Maggio è tutelato dalla soprintendenza. Ma ci sono due vie d’uscita percorribili.

Come ha spiegato più volte il commisario straordinario Ninni Cutaia, entro luglio, quindi ora, la Fondazione deve poter contare su entrate certe per circa 8,5 milioni, diversamente "l’ipotesi brutale" è che da settembre a dicembre si blocchi l’attività del teatro.

Non c’è dunque da perdere tempo, entro quella data c’è da approvare il bilancio, ripianando il debito con un impegno comune dei soci fondatori, diversamente il salvataggio sarà difficile. Ci sono trecento dipendenti, con le loro famiglie, da mettere in sicurezza, come ha ripetuto ieri il sindaco Dario Nardella rispondendo alla polemica sollevata dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, alla ricerca dei responsabili che non hanno visto il disastro che stava accadendo sotto i loro occhi.

A indicare la svolta è il collegio dei revisori dei conti, in una nota inviata ieri al ministero della Cultura e al commissario straordinario Cutaia. I revisori scrivono che "la criticità della situazione finanziaria" richiede "una riflessione da condividere con i soci istituzionali" sull’opportuna "valorizzazione del patrimonio artistico del teatro che è stato parzialmente visionato nella visita" all’archivio storico del secondo piano "che contiene pezzi di assoluto pregio e valore", si legge. Infatti il teatro nella sua storia passata e recente, "ha affidato lavori di scenografia a artisti di grande valore", da Guttuso a Chagall e De Chirico "solo per citare alcuni nomi" e "mantiene nel suo archivio gli studi originali".

Si tratta di un patrimonio valutato 13 milioni e 700mila euro. Che se dovesse andare all’asta potrebbe moltiplicare il suo valore, trattandosi di pezzi unici. Di una collezione tra le più belle del Novecento. Ci sono collezioni di bozzetti realizzati da De Chirico su scatole da scarpe per l’opera I Puritani, altri suoi acquerelli, bozzetti di Franco Zeffirelli, un quadro di Guttuso, una scena d’opera di Marc Chagall e poi lavori di Mario Sironi, Mino Maccari, Telemaco Signorini. E tantissimi altri chiusi nel caveau del teatro dell’opera insieme ai costumi di scena, ai gioielli e alla bigiotteria, anche quelli indossati dalla divina Maria Callas.

Il tutto conservato meticolosamente e perfettamente riposto nella carta velina. Un patrimonio da valorizzare e mostrare al mondo.

Nella lettera i revisori scrivono a Cutaia e Sangiuliano che "andrebbero verificate le condizioni per rendere tale patrimonio alienabile anche a singoli pezzi o nella sua interezza".

Per scendere nel concreto, con i tempi ristretti che ci sono, i revisori suggeriscono l’opportunità di fare i necessari approfondimenti al ministero della Cultura per verificare l’esistenza di eventuali vincoli sul patrimoni.

Vincoli eventualmente rimovibili. Oppure, se gli enti pubblici vogliono salvare i gioielli di famiglia, potrebbero acquistarli. In questo modo si "lascerbbe il bene nella disponibilità della collettività". Un patrimonio "che sarebbe oportuno valorizzare con l’esposizione in mostre in musei del territorio".

Una di queste due manovre consentirebbe di ripianare il deficit del Maggio e di continuare ad aggredire il monte debitorio accumulato negli anni e soltanto parzialmente smaltito. E soprattutto eviterebbe a Comune, Regione, Ministero altri "rilevanti esborsi", che gravano sulla finanza pubblica e quindi sui cittadini.