Supermarket e case tra le porcellane

I numeri dell’insediamento urbanistico e i lavori che ancora non partono

Per l’area Ginori il Piano Operativo Comunale prevede la possibilità di edificazione di 5000 mq tra residenza (fino al 60%) e commerciale con la massima superficie ammessa per le medie strutture di vendita di 2500 mq. Numeri più bassi di quelli citati nel suo ‘j’accuse’ da Sgarbi ma comunque consistenti anche perché previsti a fianco di un museo, chiuso nel 2014 perché rientrato nel fallimento dell’azienda Ginori e da anni ridotto in stato di precarietà anche per le infiltrazioni d’acqua che hanno rischiato di danneggiare le opere ospitate. Sulla struttura sono stati effettuati interventi di urgenza ma l’annunciata e attesa riqualificazione non è mai partita. I fondi ci sarebbero: dopo un primo stanziamento, nel 2017, di un milione e 900mila euro, nel maggio 2022 in una conferenza stampa l’allora ministro della cultura Franceschini aveva assicurato l’arrivo di finanziamenti per il secondo lotto per la riapertura del museo, quantificati in 5,5 milioni: in effetti, le risorse erano arrivate a destinazione nel luglio successivo. Il finanziamento, in particolare, avrebbe consentito di realizzare le opere per il primo piano, quello espositivo, e una parte del piano terreno: costo preventivato 3 milioni, mentre ne occorreranno 2,5 per l’allestimento come rivelato dal presidente della Fondazione Ginori, Tomaso Montanari. Obiettivo, all’epoca, inaugurare il museo ultimato entro tre anni: disegno con ogni probabilità destinata a fallire perché, al momento, l’iter è ancora nella fase della progettazione e nessun cantiere è stato aperto. Sandra Nistri

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