Sul ponte alle Grazie torna la statua della discordia

Blitz dell’artista Clet, reinstallato sulla pigna ’L’Uomo Comune’. L’opera era già stata sequestrata. E lui assolto dopo due processi

FIRENZE

"Tra mille statue di condottieri, politici e signori, un po’ spavaldo, un po’ incosciente, ma nuovamente libero, è tornato l’Uomo Comune!"

Due processi e svariate multe dopo, l’artista Clet ha colpito ancora. Con un blitz nella tarda serata di venerdì, seguito da questo annuncio sulla sua pagina Facebook, l’installazione che tanto aveva fatto parlare di sè anche nei tribunali, è di nuovo sulla pigna del ponte alle Grazie, nell’inconfondibile gesto di fare un passo verso l’acqua dell’Arno. Jean Marie Clet Abraham, 53 anni, francese adottato da San Niccolò, ama queste sfide, che caratterizzano la sua arte celebre per la personalizzazione dei cartelli stradali. Chissà cosa succederà adesso, all’’Uomo Comune’. Già nel 2014, la polizia municipale, con l’ausilio dei vigili del fuoco, fece togliere la statua, ispirata all’omino della penna Bic. Da lì s’innescarono i procedimenti penali. In primo grado, Clet venne condannato a una maxi ammenda per la violazione dei vincoli paesaggistici. Quell’attraversamento, che guarda Ponte Vecchio, è compreso nell’area Unesco. Ma al processo d’Appello, anche l’accusa cambiò idea e chiese, e ottenne, l’assoluzione dell’artista francese, difeso dall’avvocato Giacomo Passigli.

Certo, quella sentenza non significa libertà di reinstallazione, tanto che non vengono escluse nuove possibili sanzioni di carattere amministrativo, ma stavolta, rispetto a sette anni fa, l’Uomo Comune nel linguaggio dell’artista, ha esteso il suo concetto di "libertà", e non soltanto di espressione.

Nell’epoca del divieto d’assembramento, il passo verso l’ignoto, in solitudine, della creatura dell’artista francese, è facilmente declinabile in chiave pandemia. La "fase 2" dell’Uomo Comune sarà così concitata come il suo primo ciclo di vita?

Piazzato nel 2011, rimosso, nuovamente installato e nuovamente tolto, poi sequestrato dai vigili urbani con l’apertura del fascicolo a carico del suo creatore, l’opera è tornata nelle mani di Clet dopo la sua assoluzione definitiva pronunciata nel marzo dell’anno scorso, pochi giorni prima del lockdown.

Un artista che divide, anche le amministrazioni. Non troppo ’amico’ di quella fiorentina, ma addirittura un modello per il sindaco di Calenzano che lo chiamò ad insegnare educazione stradale ai ragazzi.

stefano brogioni

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