Studenti aggrediti per gelosia "Seguiranno le lezioni da casa E’ il mio modo per proteggerli"

La clamorosa decisione di Maria Francesca Cellai, dirigente dell’alberghiero Buontalenti. Due giorni fa tre ragazzi picchiati davanti alla scuola dopo uno scherzo finito male.

Studenti aggrediti per gelosia  "Seguiranno le lezioni da casa  E’ il mio modo per proteggerli"

Studenti aggrediti per gelosia "Seguiranno le lezioni da casa E’ il mio modo per proteggerli"

di Elettra Gullè

FIRENZE

Tutti in Dad (didattica a distanza) per proteggerli. Maria Francesca Cellai, dirigente dell’alberghiero "Buontalenti", ha preso una decisione tanto drastica quanto coraggiosa. Due giorni fa, all’uscita di scuola, tre suoi alunni sono stati picchiati per questioni di gelosia. E lei ha deciso di tutelare tutta la classe organizzando le lezioni a distanza.

Preside, cos’è successo?

"Pare che tutto sia nato da uno scherzo. Una ragazzina di quella classe è fidanzata con uno più grande. Giorni fa, un compagno per gioco le ha preso lo smartphone ed ha inviato a nome della ragazza un messaggino al fidanzato…. Sicuramente era per farlo ingelosire. Lui non l’ha presa per nulla bene e, venerdì scorso, sempre via messaggio ha avvertito il ragazzino che sarebbe venuto a menarlo davanti a scuola". Alla fine a rimetterci sono stati tre compagni, scelti a caso….". Il ragazzino che ha ricevuto il messaggio minaccioso l’ha condiviso nella chat di classe e lunedì scorso, il giorno indicato dal picchiatore come quello della resa dei conti, non è venuto a scuola. I picchiatori se la sono presa con tre compagni. Quel che è successo fuori da scuola è stato scioccante per noi, i ragazzi e per le famiglie che hanno assistito al pestaggio. Ho optato per la Dad, che in questo caso è il male minore, perchè in classe al momento c’è troppo risentimento, troppa tensione. Rimettendo subito i ragazzi insieme si scatenerebbero dinamiche negative".

Qualcuno potrebbe obiettare che non ha molta fiducia nelle forze dell’ordine.

"Assolutamente no. Se ci sono state delle persone che hanno sempre collaborato col Buontalenti sono stati proprio gli amici delle forze dell’ordine. Tengo qualche giorno a casa gli studenti di quella classe per proteggerli e far stare più tranquilli i genitori. Qualche famiglia già ieri non ha mandato i figli a scuola. Avverto la necessità di ricorrere alla Dad, che comunque consente la didattica e il dialogo, per stemperare la tensione e far riflettere i giovani sull’accaduto".

Era a scuola al momento del fattaccio?

"Ero nella scuola in cui sono reggente. Chi era presente mi ha raccontato la paura che si leggeva sul volto di chi aveva assistito al pestaggio. I feriti sono stati subito medicati all’interno dell’istituto. I compagni di classe erano sotto choc. Uno di loro aveva la pressione salita a livelli altissimi".

Cosa le fa più rabbia?

"Il fatto che questi studenti non si siano confidati né in famiglia né a scuola. Era tutto già scritto…. Perchè non ce l’hanno detto? Io avrei subito allertato le volanti. Sa cosa penso?".

Prego…

"Questi ragazzi sono così abituati a navigare in rete che non sanno più camminare nel mondo reale. Non pensavano che la minaccia potesse tradursi in realtà. Ieri mattina parlando con loro ho esordito ricordando Niccolò Ciatti. Anche noi abbiamo rischiato di piangere un nostro alunno. Non dimentichiamolo. Nei prossimi giorni chiamerò gli alunni uno ad uno. Intanto li tengo qualche giorno a casa. Per sicurezza. Quello che è successo è terribile. E certe dinamiche vanno gestite non subito, non quando predomina la rabbia. Al ritorno in classe, incontreranno una psicologa".

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