
Un momento della commemorazione (New Press Photo)
Firenze, 13 dicembre 2016 - Si chiamavano Samb Modou e Diop Mor: furono uccisi in una giornata che Firenze non dimenticherà. Quella della strage di piazza Dalmazia. Una pagina dura della città, da cui però è nata la speranza di un mondo migliore e di un'integrazione vera delle comunità straniere. Accadde tutto cinque anni fa.
A uccidere i due senegalesi fu Gianluca Casseri, uomo legato agli ambienti di estrema destra. Ore di terrore per quella parte del centro città, con l'uomo che si asserragliò nella sua auto, dove si suicidò poco dopo aver compiuto la strage. Oltre alle due vittime, ci fu il ferimento di Moustapha Dieng, che ancora oggi porta i segni di quel terribile giorno. Nella mattinata di martedì 13 dicembre il Comune, tanti cittadini, i parenti e tanti amici delle vittime si sono ritrovati per un momento di riflessione. Proprio lì, nel luogo in cui i due persero la vita. Per dire "mai più". All'iniziativa hanno preso parte, tra gli altri, la presidentessa del Consiglio comunale Caterina Biti e il consigliere di Si, Tommaso Grassi.
«Nel quinto anniversario della strage di piazza Dalmazia, oltre al ricordo delle vittime, alla vicinanza alle loro famiglie e all'abbraccio a Mor Sougou, ferito in quel terribile giorno, Firenze testimonia ancora la sua vocazione all'accoglienza e ad essere città di pace», ha detto Biti, aggiungendo che «la presenza di consiglieri comunali, presidenti e consiglieri di Quartiere indica quanto le istituzioni ritengano importante esser presenti oggi per testimoniare l'impegno quotidiano per coinvolgere i cittadini nel convincimento che diversità è arricchimento».