Strage di Istanbul: «Orrore e sangue, qui è il caos» La paura dei fiorentini in aeroporto

Testimoni sotto choc dopo l’attentato: «Uno spettacolo terrificante»

Terrore e morte ieri notte all’aeroporto Ataturk di Istanbul. Le testimonianze di alcuni fiorentini sotto choc, ma illesi

Terrore e morte ieri notte all’aeroporto Ataturk di Istanbul. Le testimonianze di alcuni fiorentini sotto choc, ma illesi

Firenze, 29 giugno 2016 - UN’ALTRA strage. Esplosioni e sparatorie all’aeroporto dI Ataturk di Istanbul. Almeno cinquanta i morti nel quinto attentato che ha sconvolto la Turchia. Molti i fiorentini in viaggio che, loro malgrado, si sono ritrovati in mezzo al caos, nel fumo, senza sapere cosa fare. Quelli che siamo riusciti a contattare stanno bene. «Qui nessuno ci dice niente, nessuno parla inglese, ho saputo che c’era stato un attentato grazie ai messaggi da casa», racconta dall’aeroporto il giornalista del Corriere Fiorentino Edoardo Semmola, in viaggio per la Mongolia, racconta l’orrore, le scene di panico, il sangue ovunque. L’urlo delle sirene nei momenti immediatamente successivi all’attacco. «Ho sentito degli spari, non le esplosioni —spiega Semmola, con lui c’è Valentina, in salvo per fortuna — La polizia ci ha presi in gruppo e fatti spostare in fila da dove eravamo. Spero che adesso ci facciano evacuare. Qui è un grandissimo caos». Dopo un’ora, ancora un contatto dall’aeroporto: «Nessuna informazione, cerchiamo di chiamare le nostre compagnie aeree per capire come ci sistemeranno, ma è complicatissimo. Siamo restati più di un’ora fermi a terra senza avere informazioni». Semmola racconta di essere arrivato a Istanbul con un volo da Pisa. «Qui siamo migliaia di persone, tanti anche gli italiani, fatelo sapere all’ambasciata - dice parlando in diretta a Sky Tg 24 - Potete immaginare che qui è uno spettacolo terrificante». Prima sono rimasti in aeroporto, bloccati. Senza informazioni, con le sirene, le urla, la disperazione, il sangue. Poi li hanno fatti uscire, i viaggiatori. «È una scena molto brutta, c’è gente che piange disperata, la polizia è nervosa, si può capire». Si sente l’ansia di chi «cerca un senso», nella voce del nostro collega. Tra i fiorentini che a Istanbul hanno fatto sapere di stare bene attraverso l’applicazione Facebook creata per dare notizie di sé a chi è nella zona dell’attentato, ci sono anche Giuseppe Agati e Banu Sorguc.

Re. Cr.

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