Sirio, è braccio di ferro. Sottopassi, opere e ponti. Tram e Palazzo Vecchio vanno davanti all’Anac

Due arbitrati pendenti per la gestione delle infrastrtutture ’collaterali’

Sirio, è braccio di ferro. Sottopassi, opere e ponti. Tram e Palazzo Vecchio vanno davanti all’Anac

Due arbitrati pendenti per la gestione delle infrastrtutture ’collaterali’

di Antonio Passanese

Dei sedici arbitrati pendenti davanti all’Anac – l’Agenzia nazionale anticorruzione – due riguardano Firenze. Si tratta, in particolare, di dispute non di poco conto fra Tram Spa e Palazzo Vecchio. Oggetto del contendere: la presa in carico, da parte delle società che stanno realizzando e gestendo le linee tramviarie "di opere, fabbricati e infrastrutture di proprietà dell’amministrazione comunale, pre-esistenti alla concessione e non ricandenti nel perimetro della stessa", si legge nella memoria difensiva inviata al Tribunale amministrativo regionale e nella quale si chiedeva la sospensione cautelare o l’annullamento della delibera dirigenziale.

Una storia, questa, che va avanti dal 2022 e sulla quale lo stesso Tar, come per per la questione dell’aumento dei costi per la Variante centro storico (più 18 milioni) e per la linea per Bagno a Ripoli (più 71 milioni), si è tirato fuori, rinviando tutto all’Anac, che nelle prossime settimane dovrà nominare i consulenti per dirimere l’ennesimo contenzioso sulla tramvia. Il Comune di Firenze – si legge nel ricorso – ha stabilito, in via unilaterale, che Gest "dovrà provvedere alla custodia, vigilanza, controllo, gestione e manutenzione" di una serie di manufatti. "Un potere autoritario che non trova fondamento in alcuna disposizione normativa – l’attacco del concessionario – nè in alcuna clausola contrattuale". Da qui nasce la richiesta di nullità e illegittimità della determinazione dirigenziale del 4 agosto 2022 "che approva l’inventario elaborato dal Comune".

E che assegna al concessionario e al gestore della linea tramviaria beni "che non sono esclusivamente funzionali alla produzione dei servizi di trasporto tramviario ma che sono utilizzati in modo promiscuo per effetto del passaggio del traffico veicolare, pedonale o, addirittura, neppure interessati dal passaggio dei convogli". Perché se vi fosse un evento straordinario che blocca i convogli, chi pagherebbe il costo del mancato esercizio? E veniamo ora alle opere per le quali Tram Spa e Gest dovrebbero assumersi la ’responsabilità’. La prima è il Ponte Mariti, costruito tra gli anni 1972 e 1986; poi, i sottopassi Milton-Strozzi e Strozzi-Strozzi, realizzati dal concessionario ma destinati in via esclusiva all’uso pubblico per la circolazione veicolare mentre il passaggio di Sirio avviene in superficie e al di sopra di essi. E ancora, il Ponte piazza Beslan, costruito nel 2004 e destinato in via esclusiva ai pedoni e al passaggio di auto.

Infine, nell’elenco troviamo anche il sotto-attraversamento pedonale Morgagni "opera pre-esistente e non realizzata dal raggruppamento di imprese". Tram Spa e Gest affermano di non essere responsabili di tali manufatti e che, dunque, "la custodia, la vigilanza, il controllo, la manutenzione e la gestione sono in capo a Palazzo Vecchio". Anzi, continua l’istanza cautelare, "la determinazione che individua e assegna in via unilaterale quei beni al concessionario è gramente lesiva e non trova alcun fondamento normativo". Per questo, quei ponti e sotto attraversamenti devono rimanere in capo all’amministrazione trattandosi di opere stradali di uso pubblico.