Ha chiesto il congedo parentale ed è stata licenziata, su due piedi. Almeno questo è quanto ha raccontato la diretta protagonista, una sindacalista; posizione forse scomoda per l’azienda che la impiegava, la cioccolateria Venchi, e ancora di più adesso che l’ha messa alla porta.
La nota ufficiale che comunica il licenziamento è firmata dalla Filcams Cgil Firenze. Recita così: "Una giovane lavoratrice madre, sindacalista della Rsa Cgil, è stata licenziata su due piedi, dopo aver chiesto un permesso, come aveva sempre fatto, per poter gestire il bambino in un momento familiare difficile, vista la malattia di un parente stretto: siamo di fronte a un fatto grave".
Il congedo parentale è infatti un diritto, sancito dalla Legge, e in particolare ribadito dal decreto legislativo del 2001, che consente l’astensione dal lavoro per un periodo di dieci mesi sia alla madre che al padre lavoratori, da ripartire tra i due genitori, e da fruire nei primi 12 anni di vita del bambino. E’ il caso appunto della dipendente del negozio Venchi che si trova nella stazione di Santa Maria Novella. La lavoratrice, precisa la Cgil, avrebbe richiesto il congedo parentale, "anche con preavviso più lungo di quanto previsto dalla legge".
"Troviamo inaccettabile – commenta Gianni Filindassi, Filcams Cgil –, ingiusta, nonché sproporzionata, la scelta dell’azienda nei confronti di questa lavoratrice, che dal 2015, quando fu assunta, non ha mai ricevuto nessuna contestazione disciplinare, anzi ha più volte ricevuto encomi dall’azienda, svolgendo peraltro ruoli di responsabilità non riconosciuti. Tutto ciò fino a quando, alcuni mesi fa, si è iscritta alla Cgil, per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi in azienda". Per Filindassi, "da lì stranamente sono cominciate contestazioni verbali e scritte". "Difenderemo la lavoratrice in tutte le sedi sindacali e legali – conclude – convinti che abbia ragione".