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Signorini, un fiorentino ai vertici di Bankitalia

L’economista con la passione per la Divina Commedia diventa direttore generale. Stretto il legame con la città, ha una casa a Grassina

Un fiorentino alla direzione generale della Banca d’Italia. E’ Luigi Federico Signorini, attuale vice direttore generale, nominato direttore in sostituzione di Daniele Franco, dal 13 febbraio scorso ministro dell’Economia del governo Draghi.

Mamma di origini tedesche e padre professore universitario alla facoltà di medicina di Firenze, Signorini, nato nel capoluogo toscano il 20 ottobre 1955, ha studiato al liceo classico Michelangelo. Era nella sezione D, classe di bravi studenti e lui bravissimo, uno dei migliori della scuola.

Grande appassionato di studi letterari – non a caso colleziona per hobby Divine Commedie tradotta in tutte le lingue – si è poi iscritto alla facoltà di economia a Villa Favard, dove si è laureato nel 1979. Segue la laurea alla Harvard University.

Vince poi la borsa Mortara che lo porta a entrare in Banca d’Italia, dove fa carriera interna. Liberale laico, vive in una villa di origine medicea, vicino a Grassina, e ogni estate fa una festa con gli amici fiorentini, con i quali ha mantenuto contatti stretti. La moglie, architetta, è originaria di Cerbaia. Ha due figli gemelli, un maschio e una femmina.

Eclettico, tra il 1975 al 1982 ha fatto il giornalista, l’insegnante e il consulente legislativo a livello regionale.

"Un ragazzo molto capace, di grande intelligenza e di qualità", ricorda Francesco Colonna, giornalista de La Nazione fino a pochi anni fa, che ha lavorato con lui prima a Radio Libera, dal 20 settembre 1975, e poi, dal 20 febbraio dell’anno successivo a Tele Libera Firenze, che aveva sede in via Pier Fortunato Calvi. Dopo essere entrato nel servizio studi di Bankitalia a Roma, tra il 1986 e il 1995 torna a Firenze, nel Nucleo regionale di ricerca economica della banca. Qui studia l’economia e il sistema bancario regionale e in particolare i meccanismi alla base del successo dei distretti industriali della ‘Terza Italia’.

Tra il 1994 e il 1996 collabora come consulente e e scrittore di discorsi con il presidente del Consiglio toscano Lamberto Dini. Nel 1995 torna al servizio studi, come coordinatore dei Nuclei regionali di ricerca e dirigente del settore Reale. Nel 1998 è nominato capo della direzione statistica del servizio studi e nel 2007 assume la titolarità del servizio statistiche economiche e finanziarie.

Dal 1998 al 2008 fa parte del comitato statistico della Banca centrale europea, del comitato per le statistiche monetarie, bancarie e della bilancia dei pagamenti dell’Unione europea, nel quale è membro dell’esecutivo dal 2005 al 2008, e di altri organismi statistici internazionali. Nel 2008 passa alla vigilanza bancaria e finanziaria, prima come capo del servizio normativa e politiche di vigilanza, dove segue gli interventi successivi alla crisi e dà impulso alla normativa sulla trasparenza bancaria, poi, a partire dal 2009, assume la guida del servizio supervisione sui gruppi bancari.

Da marzo 2012 a febbraio 2013 è funzionario generale preposto all’Area vigilanza bancaria e finanziaria. Oltre a numerosi lavori sui temi della struttura economica italiana, dell’analisi congiunturale, della metodologia statistico-economica, ha scritto con Ignazio Visco un libro sull’economia italiana dagli anni Settanta agli anni Duemila e ha curato due volumi di studi sui distretti industriali, uno dei quali insieme a Massimo Omiccioli. Monica Pieraccini