Siccità e rincari, l’agonia delle vigne "Ma può salvarci la pioggia d’agosto"

Per una buona vendemmia c’è ancora tempo anche se preoccupano i costi di gasolio agricolo e trasporti

di Emanuele Baldi

Dopo Scipione e Caronte le povere vigne fiorentine attendono stremate anche il fiato bollente di Minosse che i metereologi stimano ’in entrata’ – con temperature da diventare paonazzi – intorno a metà mese.

Sembrerebbe così non esserci scampo per l’uva di casa nostra massacrata da un finale di primavera e da una prima parte d’estate calde come da un pezzo non si ricordava e soprattutto prive dell’assistenza provvidenziale di Giove Pluvio.

Eppure Luca Giannozzi, presidente dell’Unione agricoltori di Firenze di Confagricoltura vede il bicchiere mezzo pieno (metafora a tema) e riflette: "C’erano i presupposti per un’ottima annata prima che arrivasse questa fortissima siccità" premette Giannozzi che poi però aggiunge: "Se non dovesse piovere nelle prossime due settimane inizieremmo a preoccuparci ma dobbiamo anche tenere presente che alla vendemmia mancano almeno una cinquantina di giorni. Insomma per invertire la rotta c’è tempo; certo che se dovesse piovere a metà settembre cambierebbe poco ma se l’acqua come auspichiamo dovesse arrivare intorno a ferragosto nulla sarebbe perduto".

Insomma occhi al cielo in attesa delle piogge anche perché di "alternative ce ne sono poche". L’irrigazione? Difficile perché "dalle nostre parti in pochissimi hanno gli impianti anche perché non ce n’è mai stato grande bisogno". Il problema semmai è un altro. "In questi tempi è necessario lavorare i terreni ma il gasolio agricolo costa il 97% in più rispetto all’anno scorso". E poi ci sono i guai delle forniture: "Tappi, etichette, bottiglie, capsule... bisogno muoversi per tempo perché i tempi di cosegna sono oggi molto più lunghi che in passato". Insomma tutto più lento e tutto, soprattutto, più costo.

In occasione della prima assemblea di Vigneto Toscana, Coldiretti ha presentato il rapporto sulla guerra in cantina secondo cui i costi di produzione sono aumentati mediamente del 35% pesando sui bilanci delle imprese per circa 100 milioni di euro con una incidenza maggiore per i vitigni situati in terreni marginali o difficili. Gli incrementi in termini assoluti per le imprese del vino sono in media di 6.886 euro secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. "Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali". Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua Coldiretti T– la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.

"Il settore – analizza il presidente Fabrizio Filippi - è uscito meglio di altri dalla lunga emergenza sanitaria, altra cosa sono invece le conseguenze del conflitto sui costi di produzione delle aziende del settore che per gli effetti sulle vendite, sullo straripante fenomeno speculativo che ha fatto lievitare tutti i prezzi, dai tappi di sughero al vetro, dalle etichette ai cartoni di imballaggio. A preoccuparci sono le prospettive di un conflitto sul medio lungo periodo destinato a penalizzare le esportazioni non solo verso i paesi direttamente coinvolti, come Russia per via dell’embargo e delle sanzioni, e Ucraina, ma dell’intera area".

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