In Toscana diminuiscono gli sfratti. "Ma la situazione è critica per 12mila famiglie"

I dati del ministero dell'Interno indicano un leggero miglioramento. Cgil e Sunia però sottolineano che 12.316 nuclei familiarihanno la spada di Damocle sulla testa dell'esecuzione in corso

Sfratti (foto di repertorio)

Sfratti (foto di repertorio)

Firenze, 10 settembre 2019 - Calano gli sfratti in Toscana, ma per Cgil e il sindacato degli inquilini, il Sunia, la situazione abitativa resta precaria per decine di migliaia di cittadini. Tanto da rendere necessarie misure incisive come il varo di un piano pluriennale per incrementare l'offerta di alloggi sociali. I dati del ministero dell'Interno inviterebbero se non a un cauto ottimismo, quanto meno a osservare un leggero miglioramento: l'anno scorso gli sfratti eseguiti con la forza pubblica sono calati del 19%, gli sfratti in corso si sono ridotti del 20% e a loro volta le richieste di allontanamento sono calate del 10%.

A livello nazionale la Toscana è settima per numero di sfratti autorizzati dal giudice. Cgil e Sunia, tuttavia, non si sentono di cantare vittoria: "Non  è proprio così. Abbiamo 235 persone al mese che subiscono l'incubo dello sfratto con forza pubblica - spiegano Maurizio Brotini e Simone Porzio di Cgil Toscana, insieme a Laura Grandi, segretaria regionale di Sunia - e 12.316 nuclei familiari che hanno la spada di Damocle sulla testa dell'esecuzione in corso". La fotografia è  ancora meno confortante, sostiene il sindacato, se si pensa che il calo degli sfratti è  frutto principalmente del "fattore x". Vale a dire, del turismo che, "specie nelle città d'arte - aggiungono - ha spostato gli affitti totalmente in quella direzione. Le case liberate negli ultimi anni non sono state più affittate alle famiglie, ma sono entrate nel ciclo degli affitti brevi per turisti". Questo ha determinato anche un'impennata dei prezzi. A Firenze hanno raggiunto una media di 11 euro al metro quadrato. Il risultato è che in alcuni casi oltre il 50% delle entrate di una famiglia viene drenato dal pagamento dell'affitto. 

Una situazione che fa parlare Cgil e Sunia di "emergenza abitativa", complicata ulteriormente dalle nuove sofferenze sociali causate dalla lunga crisi economica che ha colpito professionisti, imprenditori e pensionati oltre a rendere ancora più precario il lavoro dei giovani. I sindacalisti chiedono una svolta. "È giunto il momento di affrontare il disagio abitativo - sottolineano Brotini, Porzio e Grandi - con politiche di ampio respiro". Tre i passi indicati: un piano pluriennale di aumento degli alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili, puntando al recupero di edifici dismessi, la revisione della legge sulle locazioni che punti a contenere il livello degli affitti privati e di aumentare l'offerta, una dotazione finanziaria certa per supportare gli inquilini in difficoltà. 

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