Franco
Baccani *
La filiera della pelletteria ha bisogno di personale altamente specializzato. E invece sta subendo una trasformazione di carattere dimensionale e organizzativo. Nel distretto della Moda mancano 2.400 addetti, anche di quel personale senza una formazione di livello che invece sarebbe auspicabile per la crescita dell’intera filiera. Se vogliamo pensare al futuro della pelletteria dobbiamo anche considerare che i giovani vanno indirizzati verso questo affascinate mondo. E non solo. Andrebbero anche supportati, magari creando un sistema coordinato di gestione fra domanda e offerta di lavoro, a vantaggio non solo di chi cerca lavoro, ma anche di quelle aziende che cercano personale formato e che ha voglia di crescere in questo settore. Ritengo che se il territorio non copre questa domanda, il rischio da correre possa essere troppo elevato. Le grandi aziende potrebbero organizzarsi internamente per gestire in autonomia formazione e aggiornamento del personale. E a quel punto la partita dell’intera filiera sarebbe irrecuperabile, persa per sempre. Dunque, la formazione continua a essere la carta vincente sia per garantire il passaggio del patrimonio artigianale del distretto manifatturiero toscano alle nuove leve sia per la sua prosperità. Continuo a sostenere che per salvaguardare il made in Italy occorra un progetto di formazione coordinato tra istituzioni, associazioni di categoria, imprese e centri per l’impiego. Non possiamo rischiare di perdere patrimonio culturale e know-how del distretto toscano. Non possiamo permetterci di consegnarlo ai singoli privati. Detto questo, sicuramente il sistema formativo toscano, in questi anni, ha raggiunto un buon livello qualitativo. Ma questo non basta. È necessario fare rete. Un progetto allargato capace di dare vita a un centro di eccellenza della pelletteria.
* Presidente dell’Alta Scuola
di Pelletteria Italiana
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