CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Segni particolari: soli e in rosso. Gli indebitati crescono del 170%

Hanno esposizioni che vanno dai 20mila ai 700mila euro e rischiano di non farcela. L’accesso agli organismi di composizione della crisi cresce: l’anno scorso erano sette al mese.

ll Fondo si rivolge alle famiglie e ai singoli che abitano nel territorio dell’Arcidiocesi di Firenze

ll Fondo si rivolge alle famiglie e ai singoli che abitano nel territorio dell’Arcidiocesi di Firenze

Indebitati, fragilissimi e a rischio usura. Le loro vite scricchiolano sotto il peso di esposizioni in certi casi monstre. E, sulla carta, impossibili da restituire nel corso di una sola vita: dai 20mila fino a 700mila euro. Sono alcuni dei fiorentini che negli ultimi 12 mesi hanno bussato al Fondo diocesano di solidarietà della Caritas, lo sportello che prova (e spesso riesce) a costruire zattere di salvataggio per sopravvivere alla tempesta dei debiti. Perché la bufera è sempre lì, pronta a colpire, come dimostrano i numeri del ministero della Giustizia: dal 2017 al 2024 le domande agli Organismi di Composizione della Crisi, gli Occ che aiutano i debitori a fronteggiare la crisi con i creditori, sono cresciute del 400% in Italia. E in città? Nel 2023, erano 32, l’anno dopo 87: un incremento di oltre 170%. Mentre da gennaio a maggio 2025 siamo già a quota 32. "Spesso chi si presenta qui – spiega Mario Frassinelli, volontario del Fondo diocesano di solidarietà - lo fa per chiedere un pacco alimentare o l’aiuto a pagare una bolletta. Parlando con loro emergono situazioni di sovraindebitamento. Altri arrivano avendo già perso la casa, con la trattenut" del quinto sullo stipendio e con un affitto da pagare".

Nell’ultimo anno sono stati almeno 25, due al mese. A quel punto il Fondo, a titolo gratuito grazie al plafond del progetto ’Oltre’ della Fondazione CrF, raccoglie la documentazione della famiglia o del singolo indebitato. E lo indirizza al bivio, verso due forme d’aiuto. "La prima – spiega Frassinelli – è la Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura con la quale è possibile fare una ristrutturazione del debito: non viene cancellato ma ‘accorpato’ e spalmato in un periodo di tempo più lungo". Qui la stessa Fondazione Antiusura offre garanzie agli istituti di credito che concederanno prestiti ai debitori impegnati a ristrutturare le loro finanze. "Il problema è che difficilmente le banche concedono finanziamenti se queste persone sono nella lista dei cattivi pagatori. E chi si trova in questa situazione lo è nel 99% dei casi". L’altra strada è aperta dalla legge ‘Salva-suicidi’ del 2012: la pratica viene istruita tramite un advisor, un professionista scelto dall’interessato, presso Camera di Commercio o Tribunale (gli Occ). Dopodiché avviene la nomina del gestore della crisi: il professionista che preparerà la relazione per il piano di ristrutturazione del debito da sottoporre al giudice. In caso di via libera, il debito sarà reso sostenibile e affrontabile. "Noi siamo l’interfaccia con le famiglie e offriamo advisor a titolo gratuito". Perché la tagliola è qui: le parcelle per il servizio possono andare dai 1.500 euro ai 15mila euro. Troppo per persone già sepolte dai debiti. "La difficoltà della procedura è nella sua onerosità: ci sono spese vive da pagare come bolli, ma anche nel compenso dell’advisor e molti rinunciano". Ma chi è che si trova più spesso in ginocchio? "In termini percentuali sempre più donne. Spesso sono vittime di violenza economica da parte dei compagni o dei mariti. Uno dei casi che abbiamo analizzato è quello di una donna che lavorava in una ditta intestata al marito. L’uomo faceva firmare a lei le richieste di prestito e quando l’azienda è fallita, sono rimasti tutti sulle sue spalle".

Poi c’è il colpo di coda della pandemia, specie per i piccoli imprenditori. "Chi aveva iniziato un’attività nel 2019 e si è trovato in estrema difficoltà è stato costretto magari a mollare e andare a fare un lavoro da dipendente. Ma hanno accumulato trattenute sul quinto dello stipendio per pagare i debiti accumulati in quegli anni. Ci sono anche giovani famiglie che invece sono indebitate perché hanno dovuto aiutare i propri genitori. In generale l’età di chi viene non supera mai i 55 anni". Il cabotaggio delle esposizioni: dai 20mila ai 700mila euro. Impossibili o quasi da ripagare nel corso di una sola esistenza. L’altro nemico è l’ignoranza delle forme di aiuto presenti. "Le persone ci sbattono il naso su internet troppo tardi. O proprio sul web incontrano studi legali che garantiscono soluzioni al problema: ma la garanzia, quando si è di fronte a un giudice, non c’è mai. Il nostro appello è per un legge regionale che prevede facilitazioni all’accesso agli organismi di conciliazione per liberare il processo da spese spesso inutili e insostenibili per gli indebitati".

Claudio Capanni