REDAZIONE FIRENZE

"Se conosci il boss non riesci più a liberartene"

Imprenditore delle scommesse sportive, siciliano a Firenze da 20 anni, rivive il suo arresto

Una vecchia conoscenza che si rifà viva, a Firenze. Non un personaggio qualsiasi, uno in odor di mafia. Ti coinvolge e ti mette nelle peste quando pensi d’aver tagliato definitivamente i ponti con certi ambienti legami (e ‘obblighi’) atavici, ancestrali. Perfino con le proprie origini.

"Tornando indietro dico che starei attento a non prendere più un caffè con qualcuno...Ma non qui a Firenze. A Palermo" racconta Giuseppe Vassallo, palermitano "da oltre vent’anni a Firenze dove ho moglie e figli, un’attività di packing e di scommesse sportive on line". Cerca di rimettersi in piedi e di recuperare l’onorabilità dopo la batosta del 19 luglio, in Sicilia: il suo arresto per concorso esterno in associazione mafiosa. Per intanto il Tribunale del Riesame il 6 agosto ha ordinata la sua scarcerazione per la mancanza di indizi gravi di colpevolezza. "E da Firenze, dalle tante persone che conosco ho ricevuto dimostrazioni di solidarietà", dice Vassallo.

Torniamo alla vicenda per come la spiega il suo difensore Vincenzo Giambruno: "Vassallo è stato rimesso in libertà per mancanza di indizi e confidiamo che possa essere definitivamente prosciolto. E’accusato di concorso esterno in associazione mafiosa – leggo il capo d’imputazione riportato nella ordinanza di custodia cautelare – ‘per aver contribuito al mantenimento della famiglia mafiosa di San Lorenzo accettando di pagare mille euro al mese al reggente Giulio Caporrimo dietro promessa di poter estendere la sua attività di imprenditore nel settore delle scommesse on line’".

Cosa è accaduto e come è potuto accadere? E’ una storia di personaggi controllati e intercettati dai carabinieri di Palermo, passo dopo passo anche in Toscana, anche a Firenze. Telefonata su telefonata, messaggi, incontro dopo incontro. Appuntamenti, indirizzi. Foto.

E’ la storia di Giuseppe Caporrimo, boss del quartiere palermitano di San Lorenzo che si interseca con quella di Vassallo. Malauguratamente per l’imprenditore trapiantato a Firenze. I due si conoscono già in epoca pre pandemia (tra il 2019 e il 2020) quando Caporrimo è a Firenze. Il boss è riparato qui, si è ‘autoesilia’ causa conflitto di potere. Durante una sua precedente assenza (era in carcere) hanno affidato ad altri la reggenza del mandamento. Caporrimo non ci è stato, ha preferito fare il Cincinnato, in attesa di poter tornare in Sicilia e riprendere le redini. Il potere. E come documentato dagli inquirenti, è salito a Firenze. Qui Caporrimo cerca referenti, o conoscenti. Nel nome di certi legami antichi. Chi cerca tra gli altri Caporrimo? Vassallo. Ancora l’avvocato Giambruno: "L’accusa – spiega il legale – verte sull’effettivo rapporto di conoscenza tra Vassallo e Caporrimo, soggetto principale dell’indagine palermitana. Si sono conosciuti durante un precedente periodo di detenzione comune. A Firenze si sono rivisti, incontrati. Ma l’accusa di aver contribuito al mantenimento della famiglia mafiosa di San Lorenzo versando mille euro (al mese, o alla settimana addirittura) dietro promessa di allargare il giro delle scommesse on line, è assurda. Non ci sono prove di dazioni, di bonifici da Vassallo a Caporrimo, o chi per lui. Vassallo, che ha accettato subito dopo l’arresto di rispondere al giudice Iannelli all’interrogatorio di garanzia, si è messo a disposizione del pm per chiarire la propria posizione".

"E ai giudici del Riesame ha ribadito di essere "pulito e di non avere nulla a che fare con gli ambienti malavitosi". Riteniamo di aver dimostrato che il mio cliente, amministratore legale di una società di scommesse on line su enti sportivi, non ha versato somme di denaro a Caporrimo. Né che ha incrementato i profitti per via di questo favore ripagato, ipotizza l’accusa, con mille euro al mese. Vassallo semmai è stato vittima di tanti sproloqui di Caporrimo che ha tentato di sottoporre Vassallo a estorsione". L’imprenditore e il legale sottolineano inoltre le conversazioni (intercettate) di Caporrimo con soggetti in cui il boss in trasferta a Firenze e gli altri considerano Vassallo alla stregua di un soggetto da mettere in mezzo e spennare.

giovanni spano