Scuola secondaria di primo grado Istituto Padre Guido Alfani (Sesto Fiorentino)

Cambiano le epoche e i modi di viaggiare: dalla carrozza trainata dai cavalli al veicolo del futuro .

Scuola secondaria di primo grado Istituto Padre Guido Alfani (Sesto Fiorentino)
Scuola secondaria di primo grado Istituto Padre Guido Alfani (Sesto Fiorentino)

I primi mezzi di trasporto sfruttavano gli animali, cavalli o buoi, per trainare carri o carrozze dotati di ruote in legno. Contemporaneamente comparivano i primi mezzi a motore alimentati a benzina e forniti di ruote metalliche con copertoni in gomma. Le navi venivano usate per spostamenti su lunghe distanze e si iniziava a usare l’aviazione per scopi civili, soprattutto negli Stati Uniti. Nei decenni successivi, interessati dalle due guerre mondiali, lo sforzo tecnologico si concentrò sull’industria bellica ma anche su quella automobilistica, che diede un pesante colpo al sistema ferroviario. Alcuni di questi modelli divennero dei veri e propri "eroi di guerra", come in Italia la FIAT 18 BL e negli Stati Uniti la Ford. La riconversione produttiva postbellica usò il know-how acquisito riversandolo nel campo degli autoveicoli adibiti a uso civile. In Italia le piccole vetture economiche furono affiancate dagli scooter, i cui esempi più famosi furono la Vespa di casa Piaggio e la Lambretta Innocenti. La Vespa fu la prima ad essere ‘lanciata’ sul mercato (1946), la Lambretta uscì un anno dopo. I due veicoli economici furono progettati per potersi destreggiare nel traffico cittadino. Il nome Vespa si dice sia legato all’esclamazione: "Sembra una vespa!" detta dal patron dell’azienda toscana, Enrico Piaggio, per il rumore del motore che ricorda il ronzio di una vespa e per la carrozzeria, che vista dall’alto ricorda la struttura corporea dell’insetto. Lambretta deriva invece dal fiume Lambro. I due veicoli erano diversi nel marketing: la Vespa, più modaiola, simboleggiava la borghesia, l’altra era l’emblema del proletariato e di coloro che volevano opporsi alle tendenze del momento. Piaggio investiva sulla pubblicità con slogan come: "Chi Vespa mangia le mele!". La bellezza estetica della Vespa rivaleggiava con la maggiore sobrietà e velocità della Lambretta. Nonostante le "sconfitte ai semafori", la Vespa vendette molti più esemplari. Più tardi si diffuse il ciclomotore. Negli anni ‘50-’60, con la costruzione di autostrade, le persone iniziarono a spostarsi più facilmente e grazie alla corsa allo spazio si sviluppò l’industria aerospaziale. In Italia l’auto passò dall’"austerity" degli anni ‘70 all’apertura alle case straniere degli ‘80. Nel mondo attualmente circolano oltre 1,2 miliardi di autoveicoli. Oggi si pensa alla macchina del futuro, ma come sarà? Si dice un veicolo connesso alla rete, a tutto quello che lo circonda e con minore impatto ambientale.