STEFANO BROGIONI
Cronaca

Scoppia la guerra dei tubi di ghisa

Il Tar respinge il ricorso del colosso indiano Jindal Saw Italia: "La produzione deve essere europea" .

Operai al lavoro sulle tubazioni dell’acquedotto Jindal fa ricorso contro Publiacqua e lo perde

Operai al lavoro sulle tubazioni dell’acquedotto Jindal fa ricorso contro Publiacqua e lo perde

Solo tubi “europei“ nella rete sotterranea dell’acquedotto fiorentino. Una politica “promossa“ dal Tar, che ha dato ragione a Publiacqua nel braccio di ferro tra big della siderurgia per quattro milioni di nuove tubazioni in ghisa da posare nella pancia della città in concomitanza dei lavori tramvia. La Jindal Saw Italia, emanazione del colosso indiano, ha infatti impugnato dinanzi al Tar la decisione di Publiacqua di escludere l’offerta del colosso con sede italiana a Trieste, in favore della Saint Gobain Pam. Tra i motivi dell’esclusione, c’è infatti la richiesta, espressa nel bando Publiacqua, che la fornitura destinata al nostro acquedeotto provenisse da stabilimenti europei.

Lo scorso novembre, l’spa aveva indetto una procedura negoziata con l’obietivo di aggiudicare con il criterio del minor prezzo, la fornitura di "tubazioni e pezzi speciali in ghisa sferoidale", per la sostituzione del sistema di adduzione della rete metropolitana di acqua potabile, in concomitanza con i lavori della linea tramviaria Firenze - Bagno a Ripoli. All’articolo 5, comma 2, della suddetta lettera, Publiacqua aveva chiarito che "l’offerta è respinta se la parte dei prodotti originari di Paesi terzi, ai sensi del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, supera il 50 per cento del valore totale dei prodotti che compongono l’offerta". A tale invito, Jindal aveva risposto impugnando i requisiti della lettera. Dopo un annullamento in autotutela della procedura, un mese dopo Publiacqua ha ripubblicato l’invito, a cui Jindal ha effettivamente partecipato anche se il criterio di partecipazione era rimasto lo stesso.

La fornitura delle tubazioni è andata alla “rivale“ Saint Gobain Pam, ed il Tar ha avallato la procedura contestata da Jindal. Il provvedimento di esclusione impugnato con il ricorso principale costituisce applicazione della lex specialis (art. 5.2. della lettera di invito) che consente alla stazione appaltante di poter escludere l’offerta presentata "se la parte dei prodotti originari di Paesi terzi, ai sensi del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, supera il 50 per cento del valore totale dei prodotti che compongono l’offerta", scrive il Tar nella sentenza.

Quanto alla produzione in Cina di Saint Gobain, contestata da Jindal, il Tar ha stabilito che "la documentazione prodotta è perfettamente coerente con quella richiesta dalla lex specialis, e dimostra che il gruppo Saint-Gobain dispone di molteplici siti produttivi che possono essere alternativamente coinvolti nell’esecuzione della fornitura in oggetto. Inoltre, in nessuna parte si ricava che le valvole a farfalla sarebbero prodotte solo dallo stabilimento di Lavis, e quelle a saracinesca solo dallo stabilimento di Wuhu in Cina".

ste.bro.