Firenze, sciopero tassisti a sorpresa. Città in tilt Passeggeri infuriati

Già da ieri si sono fermate tutte le macchine. La protesta dei tanti rimasti a piedi: "Non si può fermare così un servizio pubblico"

Tassisti in sciopero ieri a Firenze (foto Gianluca Moggi/New Press Photo)

Tassisti in sciopero ieri a Firenze (foto Gianluca Moggi/New Press Photo)

Firenze, 14 luglio 2022 - Già dalla prime ore di ieri mattina sarebbe fermo quasi il 100 per cento dei taxi. Nonostante nessun sindacato abbia annunciato di fermare il servizio, da ieri, se si prova a chiamare il call center di entrambe le cooperative cittadine si resta a lungo in attesa senza che alcuna voce umana risponda. «Non voglio entrare nel merito dello sciopero sia chiaro, ma si tratta di un servizio pubblico che non può essere sospeso senza informazione», spiega Sara Pagliai. Anche lei ieri ha rischiato di fare tardi a lavoro per via dell’agitazione spontanea che durerà fino a oggi, giornata durante la quale anche una rappresentanza fiorentina andrà a Roma.

La protesta, a quanto spiegano le organizzazioni di tassisti, è stata decisa dalla base, per almeno due motivi: il ddl concorrenza e l’inchiesta giornalistica sugli Uber files che riguarda la pubblicazione di documenti interni della multinazionale. Se le cooperative informano che sono comunque garantiti i servizi per le fasce deboli e da e per l’ospedale, non sono mancati intoppi: «Mio padre che si è operato la scorsa settimana di cataratta, stamattina (ieri, ndr) alle 9 sarebbe dovuto andare al controllo con il suo chirurgo a Careggi, ma non ci è riuscito. Non c’è stato modo di trovare un taxi».

Dalle 7,45 alle 9, provando tutti i numeri delle cooperative, nessuno ha risposto alle infinite chiamate. «Mio padre, Domenico di 87 anni, ha così saltato il controllo all’occhio da poco operato poiché né lui né mia mamma Liana di 82 anni, sono riusciti a trovare un mezzo», si sfoga la figlia. Che aggiunge: «Eppure è stato più volte detto che i viaggi per le fasce deboli sarebbero stati garantiti».

In effetti in stazione, alla fermata delle auto bianche, un autista è a disposizione per chi deve andare all’ospedale: «No signora, mi dispiace. Siamo qui solo per garantire le corse sociali», risponde l’autista all’americano in coda.

A sfidare le temperature da bollino rosso ci sono decine e decine di viaggiatori. «Assurdo bloccare un servizio così importante senza comunicazione», dice Carlo Gentile, appena arrivato col treno da Milano. «Non sapevamo niente, ci avessero avvisati ci saremmo organizzati in un altro modo», aggiunge Hermes Pensa. All’aeroporto molti prendono la tramvia: «Mi organizzerò in un altro modo, prenderò un mezzo pubblico. Certo è che avrebbero potuto avvisare», sottolinea Fiorello Dario. Emanuele Frate, in arrivo da Sondrio, è in cerca di un taxi che lo avrebbe dovuto accompagnare al Pignone: «Pazienza, lo sciopero è un diritto. E’ giusto far valere le proprie ragioni».

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