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Sciopero al Michelangelo Classi vuote per un’ora Docenti chiedono tutele "Contratti non adeguati"

Il picchetto è stata organizzato dal personale del liceo di via della Colonna. La denuncia delle sigle sindacali: "Manca il rispetto per i lavoratori".

di Gabriele Manfrin

"La mancanza di un contratto integrativo, l’assenza di un documento di valutazione dei rischi che mina la sicurezza nella struttura", ma anche la difficoltà di avere un tavolo di confronto con la dirigenza. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato i lavoratori del liceo Michelangelo a organizzare il presidio di ieri.

Una mattinata movimentata davanti al classico di via della Colonna, dove Flc Cgil, Uil scuola Rua, Snals e Gilda, hanno dato vita a una protesta durante la prima ora di lezione dell’ultimo giorno. "In questa scuola mancano: rispetto per i lavoratori, un contratto integrativo, la sicurezza e la condivisione", si legge su alcuni cartelli dei manifestanti.

’Il Miche sciopera’ dicono gli striscioni. "Tutti gli anni deve essere fatto un contratto integrativo, di secondo livello. Per retribuire il lavoro supplementare svolto – spiega Emanuele Rossi della Flc Cgil –. La dirigenza non è riuscita a portare una proposta completa. Siamo a maggio e sul tavolo non abbiamo ancora nulla. I lavoratori hanno fatto delle ore in più senza sapere quanto prendono di stipendio".

Rossi, nel ricordare la presenza di un cantiere nella struttura, evidenzia anche i problemi di sicurezza: "Ogni luogo di lavoro deve avere una documentazione che identifica i rischi e la prevenzione da seguire – aggiunge –. Il documento di valutazione dei rischi (Dvr), non è aggiornato, e dentro la scuola c’è un cantiere. Alle richieste protocollate di spiegazioni che abbiamo fatto spesso non viene neanche data risposta".

Ricordando la disponibilità delle sigle sindacali al dialogo, Rossi chiosa: "Mai ci è stata offerta un occasione di confronto. In consiglio d’istituto le cose vanno male, e il bilancio consultivo è stato bocciato". Anche Uil ha aderito alla protesta: "La parola chiave è rispetto – tuona Cristiano Di Donna, segretario Uil Firenze –. Rispetto per i lavoratori, rispetto per gli studenti: questo è venuto meno. Per loro l’istituto va male perché il personale è inadeguato. Non si possono scaricare le mancanze sui lavoratori" conclude.

Problemi che si ripresentano ciclicamente, dando vita a un ambiente, all’interno dell’istituto, non educativo. "Abbiamo avuto difficoltà con la dirigenza fin dall’inizio dell’anno – rincara la dose Fabio Mancini, segretario provinciale Confsal –. Abbiamo segnalazioni di rapporti irrispettosi verso i lavoratori e manca un’organizzazione efficiente del personale Ata. Le sigle sono unite, vicine a chi lavora".

Un’ondata di sdegno da parte di tutti i presenti allo sciopero ha invece suscitato la scritta – rivolta all’attuale preside del liceo – "Rita Gaeta serva d’Israele", comparsa fuori dalla scuola nei giorni. I manifestanti hanno offerto la loro solidarietà alla dirigente scolastica, definendo la scritta un attacco "vile e razzista", nonché "segno di un clima di odio che sta montando e che dovrebbe preoccupare le istituzioni". A testimonianza della netta condanna del gesto , durante il presidio i manifestanti l’hanno coperta e rimossa.